Falsa Operatrice Socio Sanitaria arrestata per omicidio aggravato

Vicenza – I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Vicenza hanno arrestato una 46enne vicentina in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.i.p. del tribunale di Vicenza su richiesta della Procura della Repubblica berica al termine di un’articolata e delicata indagine durata nove mesi, per fatti che si sono verificati a partire dal gennaio 2022.

Sin dalle prime indagini gli investigatori si son trovati di fronte una donna, che in passato ha operato nel campo del commercio, dapprima come commessa e poi titolare di un negozio di profumeria, con elevate doti di affabulatrice, emerse quando racconta o prospetta le cose tanto da farle sembrare vere e non far sorgere alcun dubbio sulla genuinità di quanto affermato e quindi tale da non far sorgere sospetti nella controparte.

Addirittura arriva, è stato accertato in almeno due casi, a scrivere e poi a leggere in chiesa durante i funerali una lettera di commiato.

La vicenda trae origine da una denuncia presentata alla stazione di Breganze nel marzo 2024, allorquando venivano segnalate e descritte alcune anomale circostanze relative a periodi immediatamente antecedenti la morte di una anziana del posto e al rapido peggioramento dello stato di salute di altri due anziani coniugi nel momento in cui tutti erano stati assistiti a domicilio per un periodo dall’odierna arrestata.

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza, che ha coordinato le indagini, ricevuta una prima comunicazione da parte della stazione Carabinieri di Breganze (VI) che aveva raccolto la denuncia, ha delegato i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Vicenza a svolgere una complessa e articolata attività d’indagine.

L’analisi dei social network, ha consentito di accertare che tutti gli incarichi assunti erano scaturiti da richieste fatte da persone sui gruppi locali di facebook anche a causa della cronica difficoltà nel reperire badanti o comunque persone qualificate per l’assistenza di persone anziane.

L’indagata, che ha sempre millantato di avere qualifiche professionali in campo sanitario, è accusata di aver cagionato la morte di un’anziana, nonché del tentato omicidio di altre 4 persone (anziani), tutte dimoranti nel vicentino, alle quali aveva prestato assistenza a domicilio per dei periodi negli ultimi anni e somministrato consapevolmente dei sovradosaggi di medicinali ad azione neurodepressoria (Xanax, Tavor, Lorazepam e Trittico) che in alcuni casi non erano inseriti nella terapia prescritta dai medici.

L’arrestata è altresì accusata di rapina aggravata ai danni di un’anziana che stava assistendo, essendosi impossessata di molti preziosi dopo averla “stordita” con una massiccia dose di benzodiazepine. Successivamente rivendeva il tutto a vari comproro della zona per un valore complessivo di € 3.000, motivo per il quale le viene contestato anche l’autoriciclaggio.  Per la scomparsa dei preziosi, riusciva a far ricadere la colpa sulla vittima raggirando i familiari.

L’attività di indagine ha dimostrato che tutti gli anziani assistiti dall’indagata, sebbene affetti da patologie diverse fra loro (in alcuni casi addirittura assenti), hanno dovuto fare ricorso ai sanitari in via d’urgenza, presentando tutti i medesimi sintomi (torpore, stordimento, disartria, difficoltà a reggersi in piedi) che nella totalità dei casi non erano conseguenze delle malattie sofferte e che comunque in precedenza non avevano mai manifestato.

Coloro che “hanno avuto la fortuna” di sopravvivere e interrotto il rapporto di assistenza con l’indagata, non hanno più avuto tali tipi di problematiche così come non le avevano avute prima di tale rapporto.

Nel corso delle indagini è stato appurato che la donna è una assidua consumatrice di benzodiazepine e nel tempo era riuscita ad acquistare detta tipologia di farmaci in importanti quantità, talvolta anche destinate alla cessione a terzi, motivo per il quale è anche accusata di spaccio di medicinali contenenti benzodiazepine. Sono in corso accertamenti ulteriori sulle modalità di acquisto dei farmaci atteso che in molti casi vi era riuscita senza la presentazione di una valida prescrizione medica (c.d. ricetta bianca),

Sempre Sulla base delle risultanze prodotte dai Carabinieri berici, nella giornata del 19 dicembre, è stata data esecuzione a un decreto di perquisizione emesso la Procura della Repubblica di Vicenza a carico di tre farmacie della zona, i cui esiti saranno refertati a operazioni terminate atteso che le attività sono tutt’ora in corso.

Nel corso delle attività, la Procura berica ha disposto anche una consulenza tecnica medico-legale, procedendo a esami di tossicologia forense che hanno consentito di stabilire il certo sovradossaggio di sostanze neurodepressorie (benzodiazepine o trazodone) quale causa dei malori (che in un caso ha avuto conseguenze fatali), e in altri casi ritenendo tale somministrazione come altamente probabile la causa dell’aggravamento dello stato di salute.

Un importante contributo alle indagini è stato fornito dalla Direzione Generale e da quella medica dell’AULSS 8 berica, nonché dall’UOC-sistemi informativi di Azienda Zero della Regione Veneto, nonché da alcuni medici di fiducia e dalla direzione sanitaria del distretto di Vicenza che hanno consentito l’organizzazione di alcuni mirati servizi di assistenza domiciliare.