Insisto anche se so che l’argomento “NON tira”. Ma attenzione “non tira” neanche negli ambienti religiosi o di Chiesa. Tuttavia ogni anno l’Agenzia Fides, organo delle Pontificie opere missionarie, presenta in un Rapporto, le storie dei missionari e degli operatori pastorali assassinati nel mondo. «Possiamo domandare: come avete fatto a sopportare tanta tribolazione? Ci diranno questo che abbiamo sentito in questo brano della seconda Lettera ai Corinzi: “Dio è Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione. È stato Lui a consolarci!”».
Sono le parole che Papa Francesco ha pronunciato nella Cattedrale di Tirana durante il suo Viaggio Apostolico in Albania del 2014 per introdurre il consueto report annuale dell’Agenzia Fides sui missionari e gli operatori pastorali uccisi nel mondo nel 2024. Leggo dal sito ufficiale dell’Agenzia, “Come accade oramai da tempo, l’elenco annuale proposto da Fides non include solo i missionari e le missionarie ad gentes in senso stretto, ma considera le definizioni di “missionario” e “missionaria” in un orizzonte più ampio e punta a registrare tutti i cattolici coinvolti in qualche modo nelle opere pastorali e nelle attività ecclesiali che morti in modo violento, anche se non espressamente “in odio alla fede”. Per questo si preferisce non usare il termine “martiri”, se non nel suo significato etimologico di “testimoni”, per non entrare in merito al giudizio che la Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni di loro attraverso i processi di canonizzazione”.
La mappa delle violenze nel Rapporto Fides
Stando ai dati verificati dall’Agenzia Fides, nel 2024 nel mondo sono stati uccisi otto sacerdoti e cinque laici. Sei di loro hanno perso la vita in Africa e cinque in America, due continenti che, negli ultimi anni, «si sono alternati al primo posto di questa tragica classifica». Il Rapporto poi entra nel merito delle violenze subite dalle vittime. Anna Bono su Lanuovabussola, aggiunge all’elenco l’omicidio di padre Tobias Chukwujekwu Okonkwo in Nigeria, la sera del 26 dicembre, così sale a 14 il numero dei missionari e degli operatori pastorali cattolici uccisi nel 2024, Padre Tobias è stato raggiunto da diversi colpi di arma da fuoco sparati da alcuni uomini che gli hanno teso un agguato mentre viaggiava lungo la superstrada Onitsha-Owerri, nello Stato di Anambra. Era nato nel 1984 ed era stato ordinato sacerdote nel 2015. Era farmacista, prestava servizio presso l’ospedale Nostra Signora di Lourdes di Ihiala, nello Stato di Anambra, dove svolgeva l’incarico di direttore delle scuole di infermieristica, di ostetricia e del laboratorio medico. La giornalista de la Nuovabussola cura un blog sui “Cristiani perseguitati”, dove segue le varie violenze subite dai cristiani nel mondo. Ecco l’elenco dettagliato dei missionari uccisi quest’anno: François Kabore, volontario, ucciso dai jihadisti in Burkina Faso mentre guidava un incontro di preghiera; Edouard Zoetyenga Tougbare, catechista, rapito, torturato e ucciso da un gruppo armato sempre in Burkina Faso; padre Christophe Komla Badjougou, sacerdote Fidei Donum togolese, ucciso per rapina in Camerun; Edmond Bahati Monja, coordinatore di Radio Maria/Goma, freddato davanti a casa nella Repubblica democratica del Congo; padre William Banda, dei Padri Kiltegan, colpito a morte in chiesa mentre stava per celebrare la Messa, e padre Paul Tatu, religioso stimmatino, assassinato in macchina, con un colpo alla nuca, entrambi in Sudafrica; don Ramón Arturo Montejo Peinado, parroco di San José di Buenavista, brutalmente assassinato per rapina in Colombia; padre Fabián Enrique Arcos Sevilla, ucciso anche lui per rapina, in Ecuador; Juan Antonio Lòpez, ordinatore della pastorale della diocesi di Trujillo, ucciso per le sue denunce contro la criminalità organizzata in Honduras; padre Marcelo Pérez Pérez, ucciso per strada da due sicari in Messico; Steve Maguerith Chaves, collaboratore della parrocchia Nossa Senhora da Cabeça, ucciso mentre si stava recando in chiesa, in Brasile; Juan Antonio Llroene, frate francescano dell’Immacolata, massacrato a colpi di bastone nel suo monastero, in Spagna; e padre Lech Lachowicz, aggredito con un’ascia da un ladro, nella sua canonica, in Polonia.
Dal 2000 a oggi sono morti 608 missionari e operatori pastorali. Scrive la Bono, altri 604 erano stati uccisi nel decennio precedente. Nel 2023 le vittime erano state 20 e 18 nel 2022, sempre concentrate, come nel 2024, in Africa e in America Latina.
Il netto calo registrato nel 2024 è un dato positivo, di cui rendere grazie a Dio. Ma non è un dato rassicurante perché tanti, tantissimi missionari vivono in condizioni estremamente difficili e rischiano ogni giorno di perdere la vita: per mano di gruppi jihadisti in Mali, Niger e in decine di altri Paesi, di bande e delinquenti comuni – in questo momento a correre il pericolo maggiore sono i missionari di Haiti, Paese ostaggio di centinaia di bande armate che agiscono incontrastate – e di militari che combattono infierendo sui civili, e più di tutti si teme per quelli del Sudan e del Myanmar.
a cura di Domenico Bonvegna