TINA BERENATO è una Designer e Art Director da oltre trent’anni si occupa di Comunicazione e Graphic Design. “La comunicazione efficace è l’esatto equilibrio tra strategia e creatività” è il suo motto. Si impone nella sua realtà d’intervento distinguendosi per entusiasmo, creatività e flessibilità che le consente di operare con efficacia, adeguando strategie di marketing e di comunicazione alle specifiche esigenze del singolo cliente.
“Nessun segno grafico o immagine accattivante può essere un semplice gioco stilistico, otterrà risultati solo se preceduta e supportata da una solida strategia di comunicazione”.
Nel Maggio 1996 crea la TB DESIGN Agenzia di pubblicità messinese a servizio completo, con un’ampia gamma di servizi integrati, Marketing a Creative strategie di comunicazione. Con il sole e il mare di Sicilia la struttura creativa e dinamica è in grado di gestire ogni cliente e budget, nei tempi stabiliti.
Comunicazione culturale e sociale; Campagne pubblicitarie; Graphic Design, Grafica Editoriale, Social Media Marketing; Allestimenti e Gestione Eventi; Allestimenti e realizzazione di iniziative promozionali; Progettazione, personalizzazione ed allestimento di spazi di esposizione, promozione, vendita. Allestimenti mostre e personalizzazione spazio espositivo.
“Un evento o uno spazio espositivo ha bisogno di essere diviso e strutturato, ma ha anche e soprattutto bisogno di essere riconosciuto, avere una forte identità, un linguaggio grafico visivo che permette di fare comunicazione immediata, senza filtri, decisa ed elegante”.
Tina, sei una designer e art Director di successo e ti occupi di graphic design e comunicazione. Sostieni che “La comunicazione efficace è l’esatto equilibrio tra strategia e creatività”… In cosa consiste la tua mission?
L’immagine comunica meglio e ancor prima delle parole. Un semplice tratto riesce ad esprimere sinteticamente un concetto complesso, ma ci riesce solo se la fase del design è preceduta e supportata da una solida strategia di comunicazione. In caso contrario resta un semplice gioco stilistico fine a se stesso.
Scrivere di qualcuno è sempre difficile: se si osserva con attenzione ogni persona sfugge a qualsiasi definizione banale. Se dovessi scrivere di te cosa metteresti in risalto e cosa eviteresti di raccontare?
Già osservare con attenzione è un pregio e per l’osservato un grande privilegio. Quindi grazie.
Purtroppo andiamo spesso troppo di fretta per farlo, per questo le definizioni affrettate possono essere banali, solo perché incomplete.
Io non amo molto parlare di me. Riguardo il mio lavoro lascio che sia lui a descrivermi al meglio.
Naturalmente promuovo il mio lavoro e i risultati ottenuti con e per i miei committenti, ma ho sempre pensato che chi si loda si imbroda. Non devo convincere. Posso mostrare quanto fatto fino adesso e garantire che il migliore sarà il prossimo.
Se dovessi definirmi professionalmente direi che sono caparbia e anche coraggiosa. Talvolta incosciente, ma sempre generosa.
Ma anche dire solo questo è limitativo… solo cose positive? …
La parte del lavoro che vivi con più ansia? Ci sono momenti in cui le aspettative sono state troppo pesanti?
36 anni di professione sono una buona palestra. L’ansia è bandita anche quando le scadenze sono contemporanee e con tempi zero, cosa ahimè assai frequente…
Le aspettative sono sempre alte, chi si rivolge ad un professionista investe tempo, energie, denaro e naturalmente si aspetta il meglio. Ma amo troppo il mio mestiere per non essere esigente io per prima e allo stesso modo.
I comunicatori esperti asseriscono che v𝙞𝙫𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙞𝙡 𝙥𝙧𝙚𝙨𝙚𝙣𝙩𝙚, 𝙜𝙪𝙖𝙧𝙙𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙖𝙡 𝙛𝙪𝙩𝙪𝙧𝙤, 𝙫𝙚n𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙙𝙖𝙡 𝙣𝙤𝙨𝙩𝙧𝙤 𝙥𝙖𝙨𝙨𝙖𝙩𝙤 … 𝙄𝙣 𝙢𝙚𝙯𝙯𝙤, 𝙖𝙙 𝙖𝙩𝙩𝙧𝙖𝙫𝙚𝙧𝙨𝙖𝙧𝙡𝙞, 𝙡❜𝘼𝙢𝙤𝙧𝙚 𝙚 𝙡𝙖 𝙋𝙖𝙨𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙥𝙚𝙧 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙛𝙖𝙘𝙘𝙞𝙖𝙢𝙤, 𝙘𝙝𝙚 𝙙𝙞𝙫𝙚𝙣𝙩𝙖𝙣𝙤 𝙑𝙖𝙡𝙤𝙧𝙚 𝙙𝙖 𝙘𝙤𝙣𝙙𝙞𝙫𝙞𝙙𝙚𝙧𝙚 𝙥𝙚𝙧 𝙪𝙣𝙖 𝙘𝙧𝙚𝙨𝙘𝙞𝙩𝙖 𝙘𝙤𝙢𝙪𝙣𝙚, 𝙚𝙩𝙞𝙘𝙖 𝙚 𝙨𝙤𝙘𝙞𝙖𝙡𝙚. Se dovessi definire la tua personalità?
I comunicatori esperti hanno ragione. Se c’è una cosa di cui sono davvero soddisfatta in questo giro sulla terra è essere riuscita a trasformare la mia passione in un lavoro. Dietro ad un risultato ci sono decine, centinaia, migliaia di ore di lavoro che difficilmente possono essere conteggiate e remunerate economicamente. Se non sei mossa dall’Amore e dalla Passione e questo mestiere lo fai col timer è altro… non è il mio!
Il mio modo diventa Valore quando, con un’entusiasmo “che non mi passa”, lo racconto ai ragazzi a studio, a scuola, in università, ai giovani che si approcciano a questa professione e a questo mondo così complesso.
Uno dei mali della comunicazione, in genere e dei media in particolare, è spesso la tentazione di apparire perfetti e di non fare mai errori. Forse dovremmo fare un po’ tutti un bagno d’umiltà? Mai avuta l’insensata certezza di essere la migliore?
Purtroppo i media, ma i social in particolare, ci obbligano alla ribalta, alla felicità, alla perfezione, lasciandoci puntualmente l’amaro in bocca della frustrazione della normalità. Un conto è essere, ben altro è apparire.
Predico il valore della sconfitta perché se non ci passi dentro, se la sconfitta non ti strappa via la pelle, non puoi godere con tutti i tuoi sensi del sapore della vittoria. Nella vita come nella professione non esiste Re Mida, molte volte mi sono ritrovata a confrontarmi, mettermi in discussione, modificare un progetto o ricominciarlo da zero. L’approccio Umile è fondamentale perché è apertura.
La difficoltà che talvolta incontro con i ragazzi è l’ostentata arroganza, la mancanza di umiltà, la prepotenza di ottenere tutto e subito senza tenere conto dei lunghi e indispensabili processi di formazione sul campo.
Si dice che da noi funziona tutto per amicizia. Quando vincerà davvero il merito?
Il merito vince sempre. Serve caparbietà, serve spina dorsale, serve stare sopra le parti, serve non appartenere.
Se appartieni sei di passaggio.
Cosa è cambiato, se è cambiato, dai primi passi del tuo impegno?
E’ cambiato moltissimo, è cambiato il mondo. La mia formazione è analogica, le mie progettazione sono su di un foglio bianco, con la matita.
Mi ricordo ancora quando per la prima volta ho pigiato il tasto di accensione di un computer, uno dei primi LG Apple, quando nessuno ti avrebbe mai potuto insegnare a usarlo.
Mi ricordo ancora quando per la prima volta ho sentito parlare di RETE (internet) e ho visualizzato una rete da pesca… pensa…
Potrei sembrare un dinosauro, ma preferisco considerarmi una vecchia tartaruga, perché tutto quanto acquisito prima della rapidissima evoluzione digitale è un sedimento fondamentale che purtroppo ai giovani oggi manca.
Il processo creativo non può avvenire al computer. Il computer lo considero uno strumento indispensabile, imprescindibile… ma la scintilla creativa non starà mai lì dentro. Riconosco quando un lavoro è progettato e pensato al computer, può risultare pulito e funzionale, ma è senza anima.
L’ AI, l’intelligenza artificiale è senza dubbio supporto, ma è ARTIFICIALE.
Essere uno scrittore significa essere un testimone del mondo intorno a te e della natura, un buon osservatore e guardare lo spazio che ti circonda con onestà e umorismo. C’è una cosa di cui ti senti veramente orgogliosa?
Essere uno scrittore con le meravigliose caratteristiche di cui parli è uguale ad essere un vero designer o un vero comunicatore.
Cambia solo lo strumento espressivo.
Mi sento orgogliosa della mia onestà e del mio umorismo e aggiungo, talvolta di quell’insana levità che colora e rende più facile il corso delle cose.
Ci vuole determinazione, immaginazione e anche un po’ di coraggio. Ma aiutare gli altri o il territorio è alla portata di tutti: quale battaglia vorresti portare avanti e perché?
Mi sono ostinata nella scelta, a tratti insensata, di fare questo mestiere da qui, dal sud del mondo. Occasioni perse, treni passati… ? Direi scelte! Sono stata molto fortunata, mi sono occupata e mi occupo di cultura, di arte, di teatro, di enogastronomia respirando e nutrendomi di Bellezza prima per me e poi per osmosi trasferendola in ogni nuovo progetto.
Si può creare la cultura del bello, con un rigorosissimo lavoro di dettagli.
Si può educare alla bellezza di una forma sottraendo leziosi ghirigori.
Si può tornare alla bellezza e al valore di un territorio eliminando deturpazioni ambientali e inquinamenti anche culturali.
Il meccanismo è identico. Servono Valori.
Al netto dei giudizi espressi, il miglior consiglio che puoi regalarci?
In una delle mie ultime campagne fatta per un brand internazionale, il claim felicemente condiviso è una frase di Confucio:
“Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la tua vita”.
Questo il mio consiglio, forse banale, ma è il sorriso che mi accompagna tutte le mattine.