Il fondo da mezzo milione previsto nella legge di bilancio per promuovere l’educazione sessuale nelle scuole secondarie sarà impiegato per formare gli insegnanti sull’infertilità e sui modi per prevenirla. Lo ha annunciato il ministro ai Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani (1).
Con stupore avevamo preso atto del recepimento, nella legge di Bilancio, di un emendamento del partito +Europa che stanziava una – pur minima- somma per l’educazione e l’informazione sessuale a scuola. Stupore dovuto al fatto che una delle politiche portanti in materia, con tanto di bonus, è la cosiddetta lotta all’infertilità, cioè convincere le donne a fare più figli perché, secondo la maggioranza parlamentare e non solo, questo è uno dei problemi della nostra crisi economica. Un problema che viene affrontato come se l’Italia vivesse in una fortezza isolata dal mondo perché, in tutto il resto del pianeta, uno dei massimi problemi è l’esplosione demografica. Ma nelle leggi e nei bonus del nostro Parlamento si è preferito ignorare la realtà e incrementare una teoria molto particolare che storicamente, in Italia e non solo, è conosciuta come “dare baionette alla patria”.
Situazione grazie alla quale si trattano le migrazioni come incidenti della vita e della storia. Da cui non farsi contaminare. Centellinando gli ingressi dei disperati del mondo che bussano ai nostri confini, lamentandosi che in Italia non ci sono più persone che vogliano fare certi lavori perché ritenuti di serie B, favorendo di fatto le immigrazioni clandestine, sognando una patria di persone caucasiche (come direbbe l’on.Vannacci) che si impegnino per la propria supremazia, utilizzando marginalmente persone non-italiane e solo in condizioni di sudditanza civica ed economica.
Vigente questa politica, forse non si sono accorti di aver approvato l’emendamento sull’educazione sessuale e – rinsaviti – hanno usato il proprio potere di governo a mo’ di potere assoluto. Ed ecco che quei quattro spiccioli per l’educazione sessuale vengono dirottati alle politiche per la fertilità
E’ bene ricordare che sono diversi anni che va avanti questa storia di dover fare più figli per la patria, ma le donne italiane sembra che continuino a fregarsene. Il numero di figli per donna, nel 2023, è stato di 1,20, in calo rispetto a 1,24 del 2022.
E’ evidente che la politica dei bonus è un alibi ideologico di chi li propone e approva. Perché, finiti gli effetti bonus, i figli all’asilo nido (quelli pubblici sono il 16,4% del necessario e coi privati arrivano a 30%) sono un pesante onere economico (2), e poi ci sono le scuole e l’università che sono anche peggio. E poi, tutt’altro che secondaria, c’è la libertà delle persone di decidere se avere figli.
Sembrava si fosse accesa una luce su scuola ed educazione, dando importanza ad educazione e prosperità per chi c’è già, ma non è così.
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc
2 – https://www.aduc.it/articolo/asili+nido+incrementi+demografici+far+vivere+meglio_38607.php