A causa forte crisi economica, che ormai da anni caratterizza il nostro Paese, sempre più persone sono indebitate.
Circa 5 milioni le famiglie che versano in stato di indebitamento patologico e molte persone, correttamente, temono di perdere la casa e di andare, di fatto, ad ulteriormente peggiorare la propria situazione economica.
Molti chiedono, quindi, se la prima e unica casa sia pignorabile.
La risposta a questo quesito si trova nell’art. 52 del c.d. “decreto del fare” n°69/2013 che ha sancito l’impignorabilità della prima casa.
Tuttavia sarebbe sbagliato rallegrarsi in quanto lo stesso articolo fissa dei criteri ben specifici per rendere la propria casa e i beni ivi contenuti impignorabili.
Il primo criterio: la casa deve costituire l’unica proprietà del debitore, che vi deve risiedere e la stessa casa non deve rientrare nella categoria degli immobili di lusso.
Il secondo: all’interno della casa, in qualunque caso, non si potrà procedere al pignoramento solo di beni rientranti nell’elenco dell’art. 514 cpc, tutto il resto sarà pignorabile, Il terzo: nei casi in cui il debitore risulta titolare di più beni si può procedere all’espropriazione immobiliare se l’importo complessivo del credito per cui si procede supera centoventimila euro.
Tale norma, sebbene si possa considerare ormai risalente nel tempo, viene disapplicata o, meglio, accade che l’ADER (Agenzia delle Entrate – Riscossione) attivi la procedura di pignoramento anche quando non potrebbe farlo.
Così come è successo a un cittadino che ha dovuto affrontare un lungo iter giudiziario sino a quando, con l’ordinanza n°32759 del 16 Dicembre 2024 (1), la Cassazione ha affermato nuovamente il principio dell’impignorabilità della prima casa, da parte dell’Agenzia delle Entrate, e della pari improcedibilità dell’esecuzione in caso di procedura già iniziata.
Sara Astorino, legale, consulente aduc
1 – https://www.aduc.it/generale/files/file/newsletter/2025/gennaio/42940345.pdf