Fine intellettuale, scrittore, direttore di giornali, docente universitario, ha attraversato da protagonista della professione oltre mezzo secolo di storia del nostro Paese.
Addio a Furio Colombo, giornalista e politico di lungo corso. Assistito dalla moglie Alice e dalla figlia Daria, è morto nella mattinata di martedì 14 gennaio 2025 a 94 anni. A darne notizia è la famiglia in una nota, aggiungendo che i funerali si svolgeranno al Cimitero Acattolico di Roma mercoledì 15 gennaio alle 15.
«Intensissima la sua attività di giornalista – ricorda la famiglia – che lo ha visto inviato della Rai e corrispondente dagli Stati Uniti, editorialista di Repubblica, direttore de L’Unita, fondatore del Fatto Quotidiano. Parlamentare per tre legislature per i DS L’Ulivo e il PD. Ha svolto un’intensa attività culturale come autore di testi letterari e cinematografici e diretto per tre anni l’Istituto di Cultura di New York, nonché titolare di cattedra alla Columbia University. Ha svolto anche incarichi aziendali prima alla Olivetti e poi come rappresentante Fiat negli Stati Uniti».
Nato a Chatillon, in Val d’Aosta, il primo gennaio 1931, Colombo studiò a Torino laureandosi giovanissimo in giurisprudenza. La sua passione per il giornalismo esplose presto e lo portò a praticare ogni medium, dalla carta stampata, alla radio, alla tv. Con Umberto Eco fu tra i fondatori del Gruppo63. Scrisse programmi culturali per la Rai. Nel 1967 divenne giornalista professionista. Fu nel Sinai per documentare la Guerra dei sei giorni; a Saigon durante l’offensiva del Têt.
Professore al Dams di Bologna negli anni Settanta, alla fine degli anni Ottanta iniziò la lunga stagione americana, prima come corrispondente per La Stampa da New York, in seguito per La Repubblica, ma ha scritto per le maggiori testate americane e italiane. A New York dopo essere sopravvissuto ad un incidente aereo, fu anche direttore dell’Istituto di cultura dal 1991 al 1994. Ha diretto l’edizione italiana della New York Review of Books (1993-2000), la rivista L’architettura. Cronache e storia fondata da Bruno Zevi (2001-2006), Nuovi Argomenti (con Dacia Maraini, 1992-2018).
Fine intellettuale, ha vissuto da protagonista della professione oltre mezzo secolo di storia del nostro Paese.