LA STORIA: MATTEO BOTTARI. L’OMICIDIO CHE SCONVOLSE VERMINOPOLI

Omicidio Matteo Bottari – Da vivo ho sempre visto negli omicidi mafiosi e ‘ndranghetosi un loro rituale e un loro motivo d’essere, ne ho preso atto per tutta la vita con una tazza di caffè e un occhio alla pagina successiva del quotidiano, saltando le righe perché la soluzione era, davanti ai miei occhi, che non poteva andare altrimenti. Una sorta d’immobilità cosmica, una specie di destino, che ho accettato fintanto che non toccava a me.

Un nobile morto ammazzato, di sicuro dà nell’occhio. Oramai freddo e immobile, so di essere stato un uomo elegante e civile, che apprezzava Chopin, che sul tavolo aveva sempre pronta una bottiglia di spumante, che si occupava d’arte, che viveva in una bellissima villa di fronte allo Stretto. La mia casa è una dimora piena di storia, ma non la ricordo solo come una cosa bella, ma proprio come l’idea stessa di come e in che modo potesse essere bella un’esistenza tra quattro mura.

Un po’ di ricercatezza, non troppa opulenza, buoni rapporti con tutti, un po’ di seduzione, tappeti in fila, vasi antichi… tutto finito in modo così strano, così estremo! Non era per me questa morte esagerata, appassionata, io… non credo che il 15 gennaio 1998 fosse arrivato il mio momento. Non credo che sia stato giusto.

 

Matteo Bottari. L’omicidio che sconvolse Verminopoli – IMG PRESS