Al convegno di Motore Sanità su comunicazione e appropriatezza in pediatria è emerso l’eccessivo ricorso all’autoprescrizione di farmaci che possono generare seri effetti collaterali, nonostante l’84% dei genitori si fidino del pediatra…
Il dolore lieve e moderato e la febbre coinvolgono milioni di bambini e i loro genitori, spesso alle prese con dubbi su come gestire correttamente queste patologie. Proprio sull’importanza di un intervento adeguato si è concentrato il convegno “Dalla comunicazione all’appropriatezza in pediatria. Focus su dolore e febbre”, organizzato oggi a Vicenza da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Angelini Pharma. Al centro del dibattito, un tema cruciale: l’appropriatezza prescrittiva. Evitare l’uso inappropriato di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), spesso somministrati senza indicazione clinica, è fondamentale per ridurre effetti collaterali nei piccoli pazienti e, allo stesso tempo, contenere i costi sanitari.
I primi risultati di una recente survey condotta dalla Federazione italiana medici pediatri (FIMP), sui propri associati, evidenzia che l’84% dei pediatri osserva una costante crescita del ricorso all’automedicazione nell’utilizzo dei FANS. In particolare, il 49% dei pazienti ricorrono al “passaparola” per attivare una terapia con FANS, prima ancora di rivolgersi al pediatra. Ma la sfida è più ampia e passa dal rafforzare il ruolo del pediatra, combattere la disinformazione e promuovere una nuova alleanza tra professionisti sanitari. Per questo oltre il 97% dei pediatri, interpellato nella survey reputa fondamentale attivare corrette campagne d’informazione e sensibilizzazione sul corretto uso dei farmaci nella febbre e nel dolore lieve e moderato.
Il pediatra come figura chiave nel percorso di cura del piccolo paziente
Nel corso dell’incontro è stato ribadito il ruolo cruciale del pediatra, sia come garante dell’appropriatezza terapeutica, sia come punto di riferimento per i genitori. I dati presentati, provenienti da survey condotte dai pediatri di libera scelta, confermano che la figura del pediatra è percepita come fondamentale dai genitori, un vero e proprio pilastro nella cura dei bambini. Rafforzare questa fiducia con una comunicazione chiara e una presenza costante, anche attraverso l’aggregazione dei pediatri di libera scelta in piccoli/medi gruppi, è una delle sfide principali per il futuro.
Mattia Doria, Segretario Regionale FIMP Veneto, ha illustrato i dati della survey mettendo in evidenza quanto sia importante la figura del pediatra di famiglia all’interno del SSN. Ecco cosa emerge. Per l’84% dei genitori italiani – è emerso dall’indagine promossa dalla Federazione italiana medici pediatri (FIMP) e realizzata dal Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università degli Studi di Padova – il pediatra di famiglia rappresenta la prima scelta per la cura dei propri figli, bambini e adolescenti. Il 75% valuta in modo positivo l’attuale modello di assistenza pediatrica, con particolare apprezzamento per la possibilità di scegliere liberamente il proprio pediatra, per la continuità di cura e la capillarità di presa in carico garantite sul territorio dalla professione.
Come ha spiegato Antonio D’Avino, Presidente nazionale Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) “la febbre è spesso motivo di ansia da parte dei genitori e rappresenta una delle principali cause di richiesta di visita o accesso ai servizi di pronto soccorso in età pediatrica. Parola d’ordine: idratazione adeguata, anche per sopperire alla sudorazione eccessiva. Giova inoltre ricordare che la febbre, così come l’infiammazione, è un meccanismo di difesa dell’organismo. Pertanto, non è sempre necessario contrastare l’infiammazione ricorrendo ad antinfiammatori per abbassare la temperatura corporea. È invece opportuno intervenire, anche attraverso il ricorso a farmaci specifici, su quegli aspetti che aggravano il malessere del bambino come dolori e discomfort generale. Come pediatri di famiglia ci interfacciamo quasi quotidianamente con i dubbi dei genitori rispetto a stati febbrili di diversa natura ed entità e per promuovere una corretta informazione abbiamo elaborato un documento proprio per educare alla corretta gestione della febbre in casa”.
La comunicazione consapevole rafforza il rapporto di fiducia tra pediatra e famiglie
Sul ruolo della comunicazione è intervenuto Bruno Ruffato, Segretario Provinciale di FIMP Vicenza, sottolineando che essa rimane un tema centrale per il pediatra di famiglia. “Senza una comunicazione adeguata è difficile avere un rapporto corretto con i nostri pazienti e quindi arrivare all’obiettivo dell’appropriatezza. Parlare di comunicazione vuol dire empatia, ascolto attivo, centralità del genitore – tutti approcci che richiedono tempi lenti e programmati – oggi però ci troviamo di fronte ad una comunicazione più veloce che spesso li bypassa. Se da una parte il Covid ha messo in evidenza un modo di comunicare diverso da prima, spesso favorendo la diffusione di vere e proprie fake-news, dall’altra c’è oggi la necessità da parte dei genitori di avere una risposta immediata su tutto, e questa è la vera sfida che come FIMP stiamo affrontando, proponendoci per esempio, attraverso il nostro lavoro preventivo, come anticipatori di messaggi rispetto alle problematiche principali dei bambini, e come educatori stessi delle famiglie. C’è un altro punto: oggi il pediatra è di fronte ad una famiglia più complessa rispetto al passato (spesso è allargata e multietnica) perciò deve mettersi in gioco e mettere in campo una nuova comunicazione più efficace e al passo con i tempi e le nuove esigenze”.
“Rafforzare il rapporto di fiducia pediatra di famiglia-paziente in un’epoca di comunicazione digitale fatta di chat e community, è oggi una necessità impellente al fine di avere una corretta ed efficace comunicazione a beneficio del piccolo paziente” spiega Osama Al Jamai, Segretario Nazionale alla Tesoreria FIMP. “Dobbiamo tornare ad una comunicazione face to face, che permetta di ri-costruire il rapporto di fiducia tra noi pediatri e le famiglie. Il ´fai da te´ dei genitori, frutto delle chat che si creano nelle scuole, può essere dannoso per la salute dei piccoli. Oggi dobbiamo intervenire affinché non si verifichino più trattamenti senza comunicazioni fatte al pediatra. Il pediatra di famiglia è colui che indica l’approccio terapeutico corretto, è la figura da seguire, che purtroppo viene spesso scavalcata da mamme e papà perché vogliono risposte più immediate”.
Fake news e disinformazione. I pediatri ai genitori: “Consultate sempre fonti autorevoli”
Il convegno ha posto l’accento su un altro tema delicato: l’impatto delle fake news in ambito sanitario. La diffusione di informazioni scorrette, specialmente attraverso i social network, rischia di compromettere l’aderenza alle linee guida e la gestione ottimale di febbre e dolore. Contrastare la disinformazione, fornendo strumenti concreti ai genitori e agli operatori sanitari affinché possano evitare azioni scorrette, è una delle priorità emerse dal dibattito.
Come ha spiegato Nicola Roberto Caputo, Vice Presidente Nazionale FIMP “in una società fluida sempre più connessa, le informazioni sulla febbre, spesso amplificata dai social media senza verifica, è passata dall’essere basata su evidenze scientifiche ad essere autoreferenziale (uno vale uno). Questo genera errori di giudizio, confondendo il sintomo con la diagnosi, la causa con l’effetto e attribuendo correlazioni inesistenti, ad esempio che la febbre alta sia sempre pericolosa per i bambini. È essenziale affidarsi a fonti mediche e divulgatori scientifici attendibili e analizzare le informazioni con spirito critico e riflessivo”.
Ridurre i costi per il Servizio sanitario è possibile
Le valutazioni economiche in ambito sanitario sono essenziali per ottimizzare l’uso delle risorse e garantire la sostenibilità dei sistemi sanitari. In un contesto di risorse limitate, è fondamentale prendere decisioni informate riguardo a quali trattamenti e interventi siano più efficienti, sia in termini di esiti clinici che di costi. In questa prospettiva – è emerso nel confronto tra esperti di Vicenza – l’effetto dell’appropriatezza terapeutica per il miglioramento degli outcome di salute e l’efficiente allocazione delle risorse, rappresenta la reale sfida del nuovo millennio per tutti i servizi sanitari nazionali. In particolare, l’adozione di linee guida basate sull’evidenza può ottimizzare il percorso dei pazienti e liberare risorse economiche da reinvestire nel settore, garantendo al contempo esiti clinici più favorevoli e riducendo la durata delle ospedalizzazioni.
L’appropriatezza prescrittiva in pediatria svolge un ruolo importante, non solo per ottimizzare la efficacia terapeutica, ma anche nel minimizzare effetti collaterali in grande parte dovuti all’utilizzo inappropriato di FANS ed all’aumento dei costi associati alla gestione di tali effetti. “L’appropriatezza terapeutica non è solo una questione di efficacia clinica, ma rappresenta anche un pilastro fondamentale per l’efficienza economica e la sostenibilità del sistema sanitario – ha spiegato Andrea Marcellusi, Farmaco-economista Università Tor Vergata, Roma –. In un contesto di risorse limitate, ogni decisione deve essere presa con un’attenzione particolare all’ottimizzazione dei costi e dei benefici. Adottare trattamenti che garantiscano i migliori esiti di salute, riducendo al contempo gli effetti collaterali e gli sprechi, significa gestire in modo responsabile le risorse pubbliche. In ambito pediatrico, questo approccio è ancora più rilevante: scegliere il trattamento giusto non solo protegge i pazienti più vulnerabili, ma consente anche di ridurre i costi associati all’uso improprio di farmaci come i FANS. Liberare risorse finanziarie da destinare a terapie innovative è la chiave per costruire un sistema sanitario più sostenibile, capace di rispondere alle sfide future e di garantire una migliore allocazione del budget disponibile”.