di Davide Romano
Torino, città dai mille volti, intrisa di storia, cultura e una bellezza nascosta che si svela lentamente a chi sa guardare oltre la superficie. Per citare Cesare Pavese, uno dei suoi figli più illustri, “Torino è una città che deve essere vissuta, non spiegata”. E in effetti, è proprio così: Torino non si può ridurre a una definizione, ma va respirata, vissuta in tutte le sue sfumature.
Fin dai tempi dei romani, con la sua fondazione come Augusta Taurinorum, Torino ha sempre avuto il privilegio di essere un crocevia di culture, un luogo dove il passato e il futuro si intrecciano in modo straordinario. Come scriveva nel 1961 il giornalista Mario Soldati, “Torino è una città che non si offre facilmente, ma quando la si conosce, la si ama con passione”. E questa passione nasce dalle sue strade eleganti, dai suoi caffè storici, dal fiume Po che attraversa la città con quella calma che sembra riflettere l’anima stessa di Torino.
Torino è anche una città della scrittura, della riflessione, della creatività. Nel 1931, il critico letterario Gianni Rodari parlava di Torino come “la città dei sogni realizzati”, un luogo dove il pensiero filosofico e l’arte hanno sempre trovato terreno fertile. “La città è un cuore che pulsa di storia”, scriveva Eugenio Montale, legato a questa città dalle sue radici liguri e dalla sua poetica. E proprio dalle sue colline torinesi, il poeta vedeva la città come un “mistero che si svela a chi sa fermarsi e ascoltare”.
Non è un caso che Torino sia stata la capitale dell’industria e dell’innovazione. L’eco delle parole di un altro grande torinese, Umberto Eco, risuona anche oggi, quando scriveva: “Torino è la città che apre la mente, la città della modernità, della scienza, della filosofia”. Dalla Fiat alla scienza, dall’arte alla letteratura, Torino è stata il palcoscenico su cui si sono giocate le sfide più importanti del Novecento. Il giornale La Stampa, storico quotidiano della città, ha sempre celebrato il suo spirito imprenditoriale e la sua spinta verso il futuro.
Non si può dimenticare anche il fascino misterioso della Mole Antonelliana, simbolo di una città che guarda avanti ma non dimentica mai le sue radici. Nel 1990, il poeta torinese Elio Pecora descriveva Torino come “un labirinto di memorie e segreti”, sottolineando quel suo carattere enigmatico che la rende unica. Eppure, nonostante la sua aura di città introversa, Torino è anche un luogo di incontro e di apertura al mondo, come confermano le parole di Norberto Bobbio: “Torino è una città che sa accogliere, che sa essere ponte tra tradizione e avanguardia”.
Torino, dunque, è una città che non smette mai di affascinare, capace di evocare nostalgia e amore in chi l’ha vissuta, ma anche di aprirsi a chi ne scopre la magia. La sua bellezza è un racconto che si fa strada tra le sue piazze eleganti e le sue vie solitarie, tra le ombre dei suoi portici e la luce che filtra dai suoi caffè storici. Come scrisse Italo Calvino, “Torino è la città in cui si impara a vedere, a sentire, a pensare”. E in questa città, ogni angolo è una poesia che attende solo di essere letta.