Sabato 18 gennaio scorso a Torino presso la Parrocchia S. Antonio Abate, invitato dall’associazione Logos e Persona ha presentato il suo ultimo libro il cardinale Robert Sarah, “Dio esiste? Il grido dell’uomo che chiede salvezza” (Cantagalli, 2024, pag.317; e. 25)), in cui il prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti risponde a una serie di domande dell’editore Cantagalli sull’esistenza e la presenza di Dio nella nostra vita. Presentato da don Salvatore Vitiello, ha tenuto la sua interessante relazione di fronte a un pubblico numeroso. Il Cardinale ha ringraziato l’Editore David Cantagalli che da anni collabora con lui pubblicando i suoi libri che stanno facendo tanto bene alla Chiesa.
Il libro nasce dal tentativo di rispondere a delle domande fondamentali, con autentico zelo apostolico, Cantagalli ha sollecitato monsignore a rispondere a questioni talora “difficili”, ma di sicuro interesse. Scrive nella nota il cardinale: “Ho cercato le risposte nella mia storia personale e nel mio cuore, nel Magistero della Chiesa e in quello dei papi che hanno segnato la mia vita e, non da ultimo, nel fecondo dialogo con amici, sacerdoti e laici, che vivono un’autentica passione per Cristo e per la Chiesa, testimoniando nel mondo Colui che hanno incontrato”.
Le domande proposte sono straordinariamente attuali. Ne ho contate quaranta: “in fondo, ricorrono nei secoli: è il grido dell’uomo che chiede salvezza, come precisa con molta arguzia il sottotitolo che David ha individuato come efficace sintesi di questo ampio dialogo”.
Il Cardinale precisa che nelle sue risposte ha cercato il più possibile di limitare le sue parole, per lasciare spazio alla testimonianza dei Vangeli, dei Padri della Chiesa e dei Santi. Del resto, “chi ci incontra non ha bisogno di parole nuove, di nuove dottrine, di nuovi cammini, di invenzioni, ma che le parole di sempre, la Parola perenne di Dio ci raggiunga, illuminando le situazioni che viviamo nel presente”. Sono stati questi, in fondo, i due capisaldi del lavoro: prendere sul serio ogni domanda e rintracciare, nel tesoro della Chiesa, ogni risposta; ovvero un punto adeguato che possa sostenere la Speranza che ciascun uomo invoca. Un punto fermo sia del libro che della conferenza di Torino è stato quello della preghiera con uno sguardo silenzioso, contemplativo, amoroso portato verso Dio. Una preghiera possibilmente in ginocchio davanti al Tabernacolo, dove c’è realmente il Signore. La preghiera è guardare a Dio e lasciarci guardare da Dio. Così ci insegna il contadino di Ars. Il Curato d’Ars, risponde ad un amico, stupito di vederlo regolarmente ed ogni giorno in ginocchio ed in silenzio davanti al Santissimo, gli chiede: «Amico mio, cosa stai facendo qui?». Ed egli rispose: «Je l’avise et il m’avise (Lo guardo ed Egli mi guarda)!». Abbiamo bisogno di adoratori! Ci dice il cardinale.
Il compito più urgente è recuperare il senso dell’adorazione e della prostrazione con fede e stupore davanti al mistero di Dio! Come i Magi che «prostratisi Lo adorarono». La perdita del valore religioso dell’inginocchiarsi e del senso dell’adorazione di Dio è la fonte di tutti gli incendi e le crisi che stanno scuotendo il mondo e la Chiesa, dell’inquietudine e dell’insoddisfazione che vediamo nella nostra società. Abbiamo bisogno di adoratori! Il mondo sta morendo perché manca di adoratori! La Chiesa è inaridita dalla mancanza di adoratori. Questo è il primo e privilegiato luogo di dialogo con Dio: il Tabernacolo, la Sua presenza in mezzo a noi. E allora prima di sfogliare il libro di monsignor Sarah voglio fare una osservazione che ho già fatto in occasione della presentazione di alcuni volumi scritti dal vescovo americano Fulton Sheen, anche questo testo di Sarah può essere visto come un ottimo percorso, di esercizi spirituali. Parafrasando S. Basilio, il testo di Sarah: “riunisce quanto c’è di utile […] Pone le leggi della vita, ci insegna i nostri doveri: in una parola, ‘costituisce un tesoro generale di eccellenti istruzioni’”. Già dalla prima domanda David Cantagalli impegna severamente il cardinale in una risposta altrettanto impegnativa e fondamentale: perché la nostra Storia è tanto osteggiata, perchè si prova un senso di vergogna per quello che i nostri fratelli cristiani hanno fatto in duemila anni. Perché c’è questa vergogna per le nostre radici cristiane? Naturalmente non starò qui a registrare la risposta completa e questo vale anche per le altre domande e risposte. Cercherò di cogliere i tratti più rilevanti. Sarah per rispondere alla domanda, ricorda come la Chiesa, la comunità cristiana è stata sottoposta a persecuzione, uno scontro che prosegue per secoli, sono i cristiani che non si piegano al potere mondano. Ma c’è da rilevare anche una persecuzione più subdola, quella dell’ateismo aggressivo, delle società che si nascondono dietro l’ONU, che cercano di far valere “diritti umani al di sopra di ogni consuetudine, tradizione, valore culturale, credenza religiosa e quindi anche al di sopra di Dio”. E così viene proclamato per esempio, il diritto di uccidere volontariamente un figlio nel grembo di una donna. Si afferma la pretesa di creare una nuova religione mondiale senza Dio, senza dogmi né moralità. Non solo l’Onu, ma anche l’Unione Europea, pretende di cancellare con un colpo di spugna i valori ereditati da secoli di cristianesimo e che hanno dato forma ai Paesi che la compongono. Il cardinale nelle risposte si avvale anche dei contributi del Magistero dei Pontefici in particolare di quelli del Novecento, fa riferimento al Concilio Vaticano II, ai Padri della Chiesa. Naturalmente della Sacra Scrittura.
In Occidente Dio è morto? A questa domanda il cardinale risponde che paradossalmente chi è morto non è Dio ma l’uomo, incapace di ascoltare e riconoscere questa Presenza nella storia. Dio stesso è ragione dell’esistenza di quanto ci circonda e fa splendere l’uomo e la sua intelligenza, offre una direzione ed un senso all’agire. Tuttavia, Dio non è morto, né in Occidente né in alcun luogo e questo è testimoniato dai martiri di ogni tempo e dalle moltitudini che anche attualmente soffrono per la fede. Del resto, non si patisce per un morto, ma solo per Uno presente e vivo. Bisogna lottare contro il vento dominante, sopportare il disprezzo e le prese in giro del mondo, ma non siamo qui per compiacere il mondo. Davanti alla tentazione di una vita tranquilla, davanti alla prospettiva di una lotta che sembra impari, nelle diverse condizioni della vita, non abbiate paura! Non siete soli, afferma Sarah. Bisogna combattere contro le ideologie che negano la natura umana. Thomas S. Eliot ha scritto dei versi illuminanti che dicono più di tanti libri: “Nel mondo dei fuggiaschi, chiunque si muove nella direzione opposta sembrerà un disertore”. Pertanto, Sarah invita in particolare i giovani: Combattete, giovani, ogni legge che vada contro natura e che vogliono imporvi, opponetevi a ogni legge contro la vita e contro la famiglia, siate di quelli che prendono la direzione opposta. Abbiate il coraggio di andare controcorrente. Per noi cristiani, la direzione opposta non è un luogo, è una persona: è Gesù Cristo, nostro amico e nostro redentore.
L’Occidente è stato evangelizzato da santi e martiri. Anche oggi abbiamo bisogno di santi per la nuova evangelizzazione. Come le cattedrali furono costruite per proclamare la fede, nel modo adeguato al tempo in cui sorsero, così siamo chiamati a costruire nel mondo con gli strumenti oggi disponibili. Certo i nostri antenati non erano perfetti, erano anche loro dei peccatori, “ma volevano lasciare che la luce della fede illuminasse la loro oscurità”.
Allora se Dio non è morto come si fa a convincere l’uomo contemporaneo che Dio è vivo ed è fondamentale per la nostra vita? Si chiede Cantagalli.
Monsignore nella sua risposta dopo aver attestato che oggi in Occidente si vive come se Dio non esiste e che vede Gesù come una specie di idea, non un fatto, ancora meno una persona. Un Occidente dove ognuno si crea la sua religione che gli fa comodo. Sarah asserisce che per trovare Dio dobbiamo fare silenzio. I poteri mondani che cercano di plasmare l’uomo moderno scartano metodicamente il silenzio. L’uomo moderno purtroppo è abituato al rumore che lo rassicura. Bisogna combattere la dittatura del rumore, per riscoprire il valore del silenzio e della solitudine con Dio, è urgente metterci alla scuola di Sant’Agostino ed ascoltare cosa ci insegna nei Soliloqui dell’anima con Dio. Il nostro mondo per Sarah non comprende più Dio perché parla continuamente, ad un ritmo impressionante, per non dire niente. La civiltà moderna non sa tacere, nega il passato e vede il presente come un vile oggetto di consumo. I nostri contemporanei hanno bisogno che i sacerdoti parlino della vita, della morte, dovremmo ricordare le grandi verità dell’anima: paradiso, inferno e purgatorio. Si dovrebbe approfittare di parlarne durante le cerimonie funebri. Il cardinale chiarisce che la credibilità della Chiesa non riposa nell’efficacia delle conferenze episcopali, o su un vescovo o cardinale, La credibilità si fonda sul Vangelo e sulla divinità di Gesù. Sono i Santi che danno credibilità alla Chiesa. I Santi sono credibili, non le strutture amministrative. Dobbiamo evangelizzare senza paura di essere attaccati. Non dobbiamo vergognarci della nostra identità cristiana, vergognarsi di ciò che si è costituisce il sintomo di una malattia mentale! Rispettare tutti non ci obbliga di amputare la nostra fede. Il cristiano deve rendere presente, attraverso la sua parola e la stessa vita, Gesù stesso. Abbiamo bisogno di una Chiesa di martiri, di una Chiesa viva, che genera fiducia in questo caos.
Nell’ambito della confusione delle religioni e del relativismo diffuso nella società odierna, il cardinale propone una lunga citazione delle parole che l’allora cardinal Ratzinger, ha pronunciato nell’omelia della Missa pro eligendo Romano Pontifice: «Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie. Noi, invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. È lui la misura del vero umanesimo. ‘Adulta’ non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo». Che drammatica attualità questo testo del cardinale Joseph Ratzinger!
Una domanda difficile: “Come è possibile spiegare all’uomo contemporaneo che Dio non è una idea astratta, ma una presenza reale?” Ci sono diversi passaggi nella risposta, preferisco riportare questa delle grandi cattedrali dell’Occidente che sono state costruite da “uomini di grande fede e grande umiltà che erano profondamente felici di sapere che erano figli di Dio. Sono come un canto di gioia, un inno alla gloria di Dio scolpita nella pietra e dipinta nel vetro. Sono il lavoro dei figli che amano e adorano il loro Padre celeste! Tutti erano contenti di scolpire nella pietra un’espressione della loro fede e amore per Dio, e non per la gloria del loro stesso nome”.
Sembrerebbe un ossimoro, ma noi cristiani siamo talmente materialisti da credere fermamente nella resurrezione della carne, da attenderla e sperare che ci venga ridonata per l’eternità. Il cattolicesimo è intriso di carnalità e per questo si distingue dalle altre religioni. Cantagalli pone al porporato africano quella classica domanda: perché esiste il male nel mondo, nella Storia? Dove era Dio in quei giorni che si assassinava ad Auschwitz? Tuttavia Dio interviene eccome nella Storia. E comunque ha bisogno dell’intervento dell’uomo per realizzare il suo disegno, che non è quello delle ideologie che vogliono realizzare il “paradiso in terra”, la solita utopia.
Sarah fa qualche esempio di Dio che è intervenuto nella Storia umana. Il riferimento è alle apparizioni, fa il nome di Fatima, un valido aiuto per vivere meglio il Vangelo. Tuttavia per seguire Cristo occorre prendere sulle proprie spalle la Croce. E questo avviene attraverso la sofferenza. Oggi il mondo moderno cerca di nascondere la croce e la sofferenza. Ma i santi non l’hanno nascosta, nonostante hanno avuto anche loro l’esperienza della “notte della fede”, l’ha avuta santa Teresina di Lisieux, santa Faustina Kowalska, santa Caterina da Siena, santa Teresa di Calcutta. Ma c’è anche san Giovanni della Croce, una figura speciale che il cardinale sottopone alla nostra attenzione.
Il vero problema della fede oggi, per l’editore Cantagalli è quello che l’uomo contemporaneo non scorge più la presenza di Dio nella vita quotidiana. Il cristianesimo si trasforma in una astrazione, l’essenza del cristianesimo si svuota e non è più attraente. Il cardinale risponde, “noi non dobbiamo inventare nulla, non abbiamo da aggiungere nulla, non abbiamo da sottrarre nulla alla divina Rivelazione perché ciò che ha attratto noi possa essere attraente anche per altri. Non abbiamo da predisporre piani di conquista perché le nazioni si convertano […]”. Non vi è evoluzione della dottrina. Come un bimbo nel grembo di sua madre cresce e si sviluppa, nasce, vive da bambino, da ragazzo, e quindi giunge alla pienezza dell’età adulta, così la dottrina si sviluppa, fino all’incontro con il Signore della storia e del cosmo: non può e non deve rinnegare nulla di ciò che è stato, ma coglierne la provvidenzialità e portare agli uomini, secondo le necessità dei tempi, la Buona Notizia che non muta. Lo sviluppo deve essere uno “sviluppo organico”, cioè è sempre necessario che il legittimo sviluppo ed approfondimento della verità rivelata, con il concorso ovviamente della ragione e sotto la guida dello Spirito Santo, sia assolutamente legato e dipendente dalla dottrina precedente, senza elementi assolutamente nuovi e disorganici, senza salti e, soprattutto, senza contraddizioni. Lo sviluppo, in tal senso, è sempre sviluppo di qualcosa che c’è, e che deve solo essere manifestato più compiutamente; non può mai essere una inserzione assolutamente innovativa di qualcosa di estraneo e di totalmente nuovo. Come nel semplice esempio che ho fatto: potremmo dire che un uomo si sviluppa, crescendo nel suo corpo, ma non gli cresce mai un terzo braccio o un secondo naso! Lo sviluppo deve sempre essere organico, ordinato, unitario.
Sulla paura della morte, delle malattie, delle sofferenze, le risposte del prelato sono abbastanza articolate. C’è il riferimento alla Scienza, al Progresso. La Chiesa non è contraria ne alla scienza ne al progresso. Su questo argomento Sarah affronta il tema tanto dibattuto sul caso Galileo.
Il cardinale affronta il tema anche della crisi della Chiesa, in particolare si sofferma sugli abusi sessuali recenti che hanno colpito uomini di Chiesa. Il problema della pedofilia. Occorre sempre fare attenzione alle accuse, ai sospetti non sempre veritieri come quelle che ha dovuto subire il cardinale australiano George Pell, che si è fatto un anno di carcere duro che poi lo ha portato alla morte. I media sono abilissimi per la gogna mediatica. Ma la Chiesa è nelle mani del Signore non è quella dei poveri peccatori. Comunque, la Chiesa non ha mancato di valutare e riconoscere omissioni ed atti contrari al Vangelo, perpetrati da fedeli che si facevano scudo del nome della Chiesa e della fede professata, così come vi sono “colpe” che andrebbero meglio indagate, in relazione ai tempi ed al contesto in cui sarebbero avvenute.
La Chiesa non è una realtà, una istituzione come tante altre che esercita un potere e un controllo sull’uomo, che soffoca la sua felicità per interessi materiali. Il cardinale a questa obiezione che salta fuori sempre nel dibattito mondano risponde con i numerosi esempi di tutti quegli uomini e donne di Chiesa, laici, celibi, coniugati, consacrati che gratuitamente hanno operato donando se stessi per aiutare il prossimo. Tanti santi riconosciuti e non dalla Chiesa, definiti, “sociali”, e qui Sarah fa i nomi di alcuni, come Camillo de Lellis inventore degli ospedali, Filippo Neri, inventore degli oratori, Giovanni Bosco inventore dell’istruzione professionale, Giuseppe Moscati, inventore dell’approccio “centrato sul paziente”. Madre Teresa di Calcutta e via di questo passo. L’elenco sarebbe lunghissimo di chi ha riconosciuto Cristo nel volto dei loro “fratelli uomini”.
Sulla moralità della sessualità umana il cardinale affronta lo spinoso tema dell’enciclica Humanae Vitae di san Paolo VI. La questione tanto dibattuta della contraccezione, anche qui il cardinale ci offre delle interessanti riflessioni fino ad arrivare alla conversione ecologica umana. L’uomo non solo non deve possedere la natura, ma neanche la propria natura, non possiamo violarla o manipolarla. Non possiamo mutilare il nostro corpo perchè lo sentiamo in maniera diversa da ciò che Dio ha fatto di noi. Ormai è evidente sull’uomo, sul corpo umano, e conseguentemente sulla famiglia, si sta consumando uno scontro tra il potere del male e la verità della dignità della persona. E’ uno scontro dove il maligno odia l’uomo e odia il corpo umano, “perché esso è il ‘luogo fisico’ dell’Incarnazione del Verbo”.
DOMENICO BONVEGNA
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