Memorandum Italia-Libia, Open Arms: Revoca è l’unica soluzione praticabile, continuare a sostenerlo rende complici nella violazione dei diritti umani

Roma – Alla vigilia dell’VIII anniversario dalla firma del Memorandum d’Intesa tra l’Italia e il Governo di Unità Nazionale della Libia, firmato il 2 febbraio 2017, l’Organizzazione Open Arms ne chiede con forza la revoca:

“Di fronte all’impossibilità di garantire condizioni di vita dignitose per migranti e rifugiati in Libia, così come un reale accesso alla protezione, la revoca del Memorandum è l’unica soluzione praticabile. Continuare a sostenerlo significa rendere il governo italiano complice delle sistematiche violazioni dei diritti umani che, ancora oggi, vengono perpetrate” – denuncia l’ONG Open Arms in una nota di Valentina Brinis, advocacy officer dell’organizzazione –

“Da anni Open Arms ribadisce un messaggio semplice e inequivocabile: la Libia non è un paese sicuro. Questo significa che nessuna persona migrante ne esce indenne. Non si può ignorare questa realtà, costantemente denunciata da chi vive tale esperienza in prima persona e da chi, come noi, opera nel Mediterraneo centrale. Tuttavia, si può scegliere di distogliere lo sguardo, come ha fatto l’Italia dal 2017, firmando il Memorandum con la Libia e continuando a garantire ogni anno ingenti risorse alla cosiddetta Guardia Costiera libica.

Le gravi violazioni dei diritti umani subite da migranti e rifugiati in Libia sono state documentate e denunciate da organismi internazionali come l’ONU, UNHCR, OIM, Amnesty International e Human Rights Watch, oltre che rilevate da istituzioni europee e nazionali, tra cui il Consiglio d’Europa e la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Rapporti e indagini condotti da queste autorità hanno evidenziato detenzioni arbitrarie in condizioni disumane, torture, violenze sessuali e abusi sistematici, sfruttamento e tratta di esseri umani.” conclude Brinis.