Chiacchere da bar : I soldi del Pnrr avrebbero dovuto far aumentare il Pil e migliorare le condizioni economiche del Paese, ma è così?

Dichiarazione del Prof Mario Draghi al termine del colloqui con il Presidente Sergio Mattarella,al Quirinale (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)
Che il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) fosse l’ennesima “truffa” perpetrata dalla €U in danno ai cittadini italiani non è un segreto, come non lo è il fatto che le istituzioni, a tutti i livelli, lo stiano usando per “maneggiare” soldi (che altrimenti non avrebbero potuto, pensate che per realizzare le piste ciclabili, hanno speso tra i 166mila e 1,6milioni di €uro al chilometro), per realizzare ciò che dalla Commissione €U è stato imposto e che, non è certamente prioritario rispetto a ciò di cui il Paese e gli italiani hanno realmente e necessariamente bisogno.
Soldi ricordiamo, che l’Italia riceve sotto forma di prestiti, da qui l’obbligo di ripagarli alla €U, in un lasso di tempo compreso tra il 2028 e fino al 2058. Naturalmente sui prestiti sarà applicato un tasso di interesse, sconosciuto, almeno sino a oggi, sui decreti attuativi infatti, non non viene precisato l’ammontare degli interessi da versare, né dei costi legati a questi prestiti. Ammontare dei costi che la Commissione €U, invia al Tesoro italiano solo una ventina di giorni prima di erogare la tranche del prestito.
Accade quindi che il governo conosca il costo del prestito solo all’ultimo minuto, dovendo adoperarsi in tempi stretti, a farne fronte. Negli ultimi due anni, abbiamo già pagato 474 milioni di €uro in interessi e costi finanziari, il primo pagamento è avvenuto a settembre 2022. Bisogna anche considerare che, quando furono fissate le modalità di restituzione (Loan Agreement sul Recovery, sottoscritto dall’allora governo Draghi con la €U nel luglio 2021), per l’Italia il tasso di interesse €U era pari a zero, poi la Bce, decise di aumentare il costo del denaro (per combattere l’inflazione, Sic!), portandolo al 4,5%, e poiché i prestiti sono a tasso variabile, la spesa per interessi e costi non solo è aumentata in modo esponenziale, ma è destinata a crescere se si considera che il bilancio 2023 prevedeva una spesa per gli interessi per il 2024 di 500 milioni di €uro diventati 850, come i 710 milioni del 2025 sono diventati 1,8 miliardi. Per il 2026 l’asticella è fissata a 2,5 miliardi (fonte MilanoFinanza).
Ma qualcosa mi fa credere che non si fermeranno qui.
I soldi del Pnrr, a detta degli “addetti ai lavori”, avrebbero dovuto far aumentare il Pil e migliorare le condizioni economiche del Paese, ma è così? A dicembre 2024, l’Italia ha ricevuto dalla Commissione €U la sesta rata del Pnrr (8,7 miliardi di €uro), portando così il totale ricevuto sino ad oggi a 122,2 miliardi di €uro sui 194 previsti dall’intero piano. Siamo il Paese che ha ottenuto più fondi, ma che finora ne ha spesi solo il 30%. Al 30 settembre 2024, i soldi effettivamente spesi sono stati 57,5 miliardi. Il che significa che in soli due anni dovrebbero essere effettuate quasi il 70% delle spese previste dal piano.
Secondo le stime Istat, il Pil italiano è cresciuto dello 0,5% nel 2024 e arriverà allo 0,8% nel 2025, non è un granché se si considerano i quasi 123 miliardi di €uro incassati dalla €U. A quanto pare gli effetti del Pnrr “tardano” ad arrivare e, tra le le stime dell’Istat, si legge anche che l’aumento del Pil, è stato sostenuto dal contributo dalla domanda estera, mentre la domanda interna è ulteriormente calata (se non puoi svalutare la moneta devi svalutare il lavoro e le ripercussioni di queste scelte possiamo vederle a cominciare dagli effetti sull’economia di prossimità).
Ci sarebbe perlomeno da chiedersi se stiamo “spendendo” bene i nostri soldi, ma a ben vedere come è ridotto il nostro territorio (basta andare a guardare cosa succede dopo un temporale), a come sia ridotto il SSN e la scuola in generale (in entrambi i casi spingono verso il “privato”), per non parlare della P.A. e della sicurezza, si potrebbe dire di no. E se consideriamo che questo “debito” (si!), che inciderà sulla vita e sulla crescita delle future generazioni, così come l’erogazione dei fondi è stata subordinata a ben 528 “condizionalità”, sotto forma di un dettagliatissimo piano di riforme, ulteriore “guinzaglio”, allora qualche domanda dovremmo farcela. Perché in questo caso, stiamo condannando i nostri figli non solo a un futuro incerto, ma di sottomissione e miseria.
I soldi del Pnrr, infatti, stanno portando e continueranno a portare, tagli alla spesa sociale, grazie anche alle rigide regole di bilancio imposte dalla €U che servono, e serviranno sempre più, a ridurre i diritti sociali e imporre sempre più controlli alle masse, per il profitto delle grandi multinazionali globaliste. Forse è venuto il momento di riconoscere un semplice fatto, e cioè che sindaco, presidente di Regione, Giunta comunale e regionale, Governo centrale e tutte le istituzioni, sanno bene cosa stanno facendo e dove ci stanno “rinchiudendo”, e il futuro che ci stanno preparando. I-Hub, digitalizzazione imposta, sistemi coercitivi e di controllo, A.I. nella pubblica amministrazione e in ogni campo, abbiamo bisogno di fermarci, dobbiamo chiedere che si fermino, facciamo tutti un profondo respiro e chiediamoci se è questo ciò di cui abbiamo bisogno, e se non è arrivato il momento per ridimensionare molte delle scelte fatte, perché più si insisterà su questa strada, meno tempo avremo per “tornare indietro”.
bilgiu