![Guardia di Finanza](https://www.imgpress.it/wp-content/uploads/2025/02/huge-1.jpg)
Treviso – Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso, nell’ambito di mirate attività ispettive volte alla tutela del “Made in Italy”, oltre che alla salvaguardia delle principali filiere produttive nazionali, con il supporto di S.P.I.S.A.L., Ispettorato del Lavoro, A.R.P.A.V. e Vigili del Fuoco, nonché con il contributo dei comuni interessati, hanno eseguito, secondo gli ambiti di rispettiva competenza e adottando un modello di controllo integrato altamente efficace, quattro distinti controlli presso altrettante aziende manifatturiere del trevigiano (tre del settore tessile e una operante nel packaging) con sedi tra i comuni di Istrana, Quinto di Treviso, Roncade e Zero Branco.
In tre dei quattro laboratori controllati, rispettivamente di circa 400, 100 e 60 metri quadri, sono state accertate condizioni di assoluto degrado e pericolo, con l’impiego di due lavoratori clandestini, nonché ripetute violazioni delle norme in materia urbanistica e riguardanti la gestione dei rifiuti, irregolarità così gravi che hanno indotto i finanzieri del Gruppo di Treviso a sequestrare d’urgenza i tre immobili (del valore complessivo di 300 mila euro), 33 macchinari e 37 banchi da lavoro (del valore di 50 mila euro); l’intera attività è stata poi convalidata dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il locale Tribunale.
Gli amministratori delle quattro imprese, di nazionalità straniera, che operavano sulla base di commesse ricevute da imprese locali, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Treviso, a vario titolo, per violazione delle norme volte a prevenire gli incendi e gli infortuni sui luoghi di lavoro, deposito incontrollato di rifiuti, esecuzione di opere edili abusive, impiego di manodopera clandestina.
In particolare, per quanto concerne la prevenzione degli incendi, le violazioni riscontrate hanno riguardato l’impraticabilità delle uscite di sicurezza, chiuse con vincoli permanenti.
A queste si sono aggiunte svariate violazioni alla normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, tra cui le scarse condizioni igieniche.
Inoltre, in uno di questi laboratori, deputato alla produzione di imballaggi di carta, è stata accertata l’assenza dell’autorizzazione, da parte della provincia di Treviso, all’emissione di sostanze nocive e tossiche legate all’utilizzo di mastici e colle.
Per quanto concerne le violazioni in materia urbanistica, è emerso, grazie alla collaborazione fornita dagli uffici edilizia dei comuni interessati, che uno dei due opifici tessili era allocato in un garage nel comune di Quinto di Treviso, mentre nell’altro, situato a Zero Branco, sono state rinvenute tre camere da letto abusive. All’interno del laboratorio di packaging di Istrana è stata constatata la presenza di tre stanze da letto (realizzate senza alcuna autorizzazione), e una cucina.
All’atto degli accessi sono stati identificati due lavoratori irregolari, entrambi privi del permesso di soggiorno, con denuncia del datore di lavoro per impiego di manodopera clandestina e immediato provvedimento di espulsione da parte della Questura di Treviso – Ufficio Immigrazione.
Infine, l’approfondimento della posizione di uno dei due laboratori tessili in sequestro ha permesso di accertare che, presso la sede della ditta sottoposta a controllo, dal 2013 già tre aziende avevano gestito il medesimo opificio senza però adempiere agli oneri fiscali (per oltre 500 mila euro). Si tratta di un esempio lampante di imprese “apri e chiudi” che, dopo essere divenute insolventi con l’Amministrazione Finanziaria, trasferiscono personale e macchinari nella successiva azienda costituita ad hoc.
Il cambio di denominazione e partita IVA assicurava, in questa prospettiva, di continuare a intrattenere rapporti con i medesimi clienti e fornitori minimizzando le possibilità di essere intercettati dalle azioni repressive della Guardia di Finanza o degli altri organi ispettivi.
L’operazione odierna della Guardia di Finanza di Treviso si inserisce nel piano di controlli già avviato negli scorsi mesi e testimonia l’impegno del Corpo per la tutela del “Made in Italy” e delle filiere produttive dell’abbigliamento e del packaging, asset strategici nazionali che vedono nella provincia di Treviso una delle realtà economiche più fiorenti.
In secondo luogo, i controlli sono stati finalizzati ad assicurare la sicurezza e il benessere dei lavoratori e indirizzati verso coloro che agiscono nel mercato in modo sleale, svantaggiando gli operatori economici onesti e rispettosi delle regole: l’impiego di lavoratori clandestini, il mancato rispetto delle più elementari norme in materia di sicurezza, la gestione scorretta dei rifiuti, unitamente al sistematico ricorso a imprese “di comodo”, consentono, infatti, di applicare prezzi altamente competitivi, in danno delle imprese che operano rispettando la legge, costrette a sostenere costi maggiori.