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La Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Ordine nazionale dei giornalisti presentano una denuncia, contro ignoti, alla procura di Roma per fare chiarezza sul caso dei giornalisti spiati attraverso lo spyware Graphite di Paragon.
«Siamo di fronte a fatti che non solo violano il codice penale ma la stessa Costituzione: la stampa è libera», ricorda la segreteria generale Fnsi Alessandra Costante nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa.
All’incontro, insieme con la segretaria generale Costante, anche il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, il presidente e la segretaria del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli e Paola Spadari, e l’avvocato Giulio Vasaturo, che fornisce a sindacato e Ordine supporto legale a sostegno dell’iniziativa.
«È un atto straordinario di cui percepiamo la gravità, ma non era più possibile attendere oltre: se il governo non chiarisce a questo punto non possiamo che rivolgerci alla magistratura», rileva il presidente del Cnog. «Dopo 20 giorni di attesa, 20 giorni di incoerenze, di incomprensioni, di versioni contrastanti, non è più possibile attendere», aggiunge Bartoli che ricorda: «È possibile che ci si trovi di fronte a qualche scheggia impazzita, ma questo software non si compra al supermercato. Pochissimi soggetti lo possono avere in uso e quindi nella regola giornalistica delle 5 W ne mancano due: il chi e il perché. E questo chi e il perché devono venire fuori».
E il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, rimarca: «Quello che noi vogliamo è sapere chi è stato spiato, da chi e perché è stato spiato. Non è tollerabile il segreto di Stato su informazioni del genere. La Costituzione ci richiama a un dovere che è quello di rispettare e di attenerci ai trattati e ai regolamenti europei e l’Unione Europea con il Media Freedom Act ci dice che i giornalisti non si possono spiare». Per Di Trapani, «non si sta giocando una partita che riguarda una casta, ma una partita a tutela di valori costituzionali, del diritto dei cittadini ad essere informati. Ecco perché serve chiarezza. Questa vicenda – conclude – è molto preoccupante».
Ordine e Federazione lanciano inoltre un appello a tutte le giornaliste e giornalisti ad avvisare Odg e Fnsi nel caso abbiano ricevuto un messaggio analogo in modo da integrare la denuncia.
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