
L’operazione dei Carabinieri di Montale ha portato alla conclusione di un’indagine, condotta con il coordinamento della Procura di Pistoia, contro lo spaccio di stupefacenti, con l’esecuzione di dieci misure cautelari.
L’attività, che ha svelato un giro d’affari di circa 300.000 euro in un solo anno, è nata grazie al coraggio di una madre che ha saputo riconoscere i segnali del disagio della propria figlia minorenne. La vicenda ha avuto inizio quando una donna, preoccupata per i cambiamenti nel comportamento della figlia adolescente, ha deciso di rivolgersi al Comandante della Stazione Carabinieri di Montale. I sospetti della madre sono emersi quando ha notato che la ragazza, dopo aver iniziato a frequentare uno dei principali indagati, mostrava segni compatibili con l’uso di sostanze stupefacenti. I genitori, quindi, hanno deciso di sottoporre la giovane a test speditivi delle urine ogni volta che rientrava da un incontro con il soggetto, confermando così i propri timori. Il soggetto in questione, un ragazzo italiano, era già noto alle forze dell’ordine per precedenti segnalazioni legate alla detenzione di stupefacenti ed era stato ripetutamente controllato in compagnia di minorenni, sia nelle ore pomeridiane che serali.
La Stazione di Montale, ricevuta la segnalazione, avviava una meticolosa attività investigativa, che ha incluso servizi di osservazione, controllo, pedinamenti e raccolta di testimonianze. Le indagini, coordinate dalla Procura di Pistoia, permettevano di delineare un quadro significativo: un’attività di spaccio sistematica che si svolgeva nelle vie principali del paese, sia di pomeriggio che di sera, con un target preferenziale costituito da minorenni. I militari sono riusciti a identificare circa 100 acquirenti, più della metà dei quali compiutamente identificati. I numeri dell’attività criminale sono di sicuro rilievo: circa 7.500 cessioni accertate tra cocaina e hashish nell’arco di un anno, per un volume d’affari stimato intorno ai 300.000 euro.
L’operazione si è conclusa con l’esecuzione di dieci misure cautelari disposte dall’Autorità Giudiziaria: cinque persone sono state condotte in carcere, due poste agli arresti domiciliari e per tre è stato disposto il divieto di dimora nelle Province di Pistoia e Prato. È stata inoltre sequestrata preventivamente un’autovettura in uso a uno dei principali indagati, ritenuta provento dell’attività delittuosa. L’accaduto sottolinea ancora una volta l’importanza della collaborazione tra cittadinanza e Istituzioni, anche nei casi in cui le famiglie possono essere dolorosamente coinvolte in prima persona.