
La VII Commissione Cultura del Senato ha approvato ieri, mercoledì 5 marzo, una Risoluzione sull’affare assegnato in merito alle prospettive di riforma del calcio italiano, al cui interno si impegna il Governo a valutare l’abolizione del divieto di pubblicità sul gioco d’azzardo, disciplinato dall’articolo 9 del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2018, n. 96 (il cd. “Decreto Dignità”).
Si tratta, al pari dell’annunciata riforma dell’azzardo su rete fisica, attesa nelle prossime settimane al vaglio del Consiglio dei Ministri, di un altro tassello nell’opera di smantellamento delle normative – nazionali e locali – ideate e approvate per limitare l’avanzata della dipendenza da gioco d’azzardo, piaga che devasta il tessuto sociale del nostro Paese da troppi anni.
Nella risoluzione – al punto J – si legge che il divieto di pubblicità avrebbe “ampiamente disatteso le aspettative del legislatore non risultando affatto efficace al contenimento dei fenomeni di ludopatia a fronte, invece, di una riduzione delle entrate per le società sportive che ha penalizzato il sistema calcio italiano rispetto al contesto europeo”. Per finanziare il sistema calcio, affetto com’è noto da criticità strutturali che esulano dall’avere o meno uno sponsor legato al gioco d’azzardo, si cancella una normativa, sostenendo la sua presunta inefficacia. Quali studi, quali ricerche, quali dati sostengono questa affermazione?
Si legge ancora nella risoluzione: “Nella relazione conclusiva dell’attività svolta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico, approvata all’unanimità nella seduta del 13 settembre 2022, si è evidenziato come, nonostante la normativa vigente, ci sia stato un aumento, soprattutto online, del gioco di azzardo anche nelle fasce dei minori e un aumento del gioco illegale nel settore delle scommesse”. Affermazione vera, ma che viene usata in un contesto errato. In nessuna parte della Relazione citata viene espresso un nesso causa/effetto tra il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo e l’aumento del gioco illegale. Tutt’altro. Sul divieto di pubblicità – cui è dedicato uno specifico paragrafo (pag.48) -, viene evidenziato l’aggiramento dello stesso a seguito delle linee guida AGCOM del 18 aprile 2019.
Al punto K della risoluzione si propone infine di “valutare l’opportunità di destinare una quota annuale dei proventi derivanti da giochi sullo sport e scommesse sportive agli organizzatori degli eventi sui quali si scommette”, al fine di finanziare tutta una serie di progetti, tra cui quelli di “contrasto alla ludopatia”. In pratica si propone di finanziare progetti contro la dipendenza da gioco d’azzardo con gli incassi dello stesso.
Il divieto di pubblicità sul gioco d’azzardo, già parzialmente aggirato a causa di una interpretazione a dir poco discutibile data dall’AGCOM (come sostenuto nel lontano 2019), andrebbe reso effettivo, non certo abolito. Non vi è uno studio indipendente e qualificato che sostenga l’affermazione secondo cui l’aumento del gioco illegale sia stato provocato dal divieto di pubblicità. Esistono invece numerose analisi della Direzione Investigativa Antimafia, delle Commissioni parlamentari antimafia succedutesi negli anni, che spiegano il perché il gioco illegale e le infiltrazioni nel gioco legale dilaghino, perché per le mafie sia estremamente conveniente investire nel settore.
Invitiamo il Governo e il Parlamento a prendere atto di queste analisi – pubbliche, verificabili – quando sarà chiamato a legiferare in tema di gioco d’azzardo. Non solo sulla pubblicità, ma anche sugli strumenti a disposizione di Regioni ed Enti locali, che secondo le bozze del decreto di riordino del gioco su rete fisica circolate nelle ultime settimane, saranno sostanzialmente cancellati.
In una fase storica in cui la crisi economica generata anche dai conflitti che investono l’Europa incide pesantemente sulle tasche dei cittadini e delle famiglie, registrando un sensibile aumento della povertà, la piaga della dipendenza da gioco d’azzardo, se passa questa riforma, è pronta a mietere nuove vittime, a favorire l’espansione del riciclaggio della criminalità mafiosa e, da ultimo, ad avere un forte impatto negativo sugli enti locali, in materia di sicurezza e salute pubblica.