BRUNO PIZZUL, IL FIGLIO FABIO: “DIVENNE NONNO DURANTE ITALIA-NIGERIA A USA’94. CON BAGGIO MAGICA ALCHIMIA”

In occasione della recente scomparsa di Bruno Pizzul, storico telecronista sportivo per il quale domani verranno celebrati i funerali, al telefono con Alanews il figlio Fabio ha rilasciato dichiarazioni commosse e rivelatrici sulla figura paterna, sia pubblica che privata. “Il ricordo è un ricordo affettuoso di un papà che abbiamo scoperto dover, con piacere, condividere con tanti. Contrariamente all’immagine pubblica, mio padre parlava poco di calcio a casa, preferendo dedicarsi alle piccole abitudini quotidiane. Era molto legato a Cormons, suo “luogo del cuore”, una sorta di rifugio dove era tornato ad abitare con sua moglie Maria dieci anni fa”.
Nella mente di tutti, le magie di Roberto Baggio raccontate dalla sua voce: “I Mondiali del ’94 – racconta Fabio – sono rimasti particolarmente impressi nella memoria di mio padre: per il lato sportivo ovviamente sono legati al rigore sbagliato da Baggio, ma dal lato personale alla nascita del suo primo nipotino, il mio primo figlio, durante Italia-Nigeria: gli Azzurri perdevano 0-1, ma dopo la nascita di Dario apprendemmo della rimonta della Nazionale. Roberto Baggio ha espresso parole di stima per mio padre, riconoscendo la magica alchimia che li legava, avendo condiviso probabilmente i momenti più alti delle loro rispettive carriere proprio con i Mondiali di calcio del 1990 e del 1994”.

Pizzul ritiene difficile individuare un vero erede professionale del padre, dato il cambiamento del calcio e del modo di raccontarlo, ma “ha sempre avuto grande stima per Marco Civoli, con cui condivideva la scrivania in Rai, e Stefano Bizzotto”. A proposito di Rai, “per lui era Corso Sempione, non erano Viale Mazzini, Saxa Rubra o Via Teulada: per lui la Rai era a Milano e si è sempre mantenuto lontano dalle polemiche che lui definiva ‘romane'”.

Per Bruno lo sport era “tutto molto bello”: “Un’espressione che nasceva da una sua intuizione filosofica con cui vedeva nell’inutilità dello sport qualcosa che però era capace di regalare scintille di felicità e di far stare bene le persone”. Infine: “Personalmente non ho seguito le sue orme da giornalista sportivo per non essere quello che prendeva la scia del papà, ma anche il mio percorso politico è stato casuale e lui lo guardava con grande interesse e simpatia, ma anche con grande distacco”.