
Pesaro si trova al centro di una questione cruciale che riguarda la salute pubblica, la sicurezza ambientale e il rispetto della Costituzione. La mattina del 22 marzo, dalle 10, si terrà una manifestazione in piazza del Popolo, organizzata da “Campagna Stop GNL”.
Contemporaneamente, sempre il piazza del Popolo, il gruppo “Pesaro: NO GNL” ed EveryOne Group gestiranno un gazebo che fungerà da punto di informazione e raccolta firme a disposizione dei cittadini. Il progetto di realizzazione di un impianto di liquefazione del metano con annessi depositi di stoccaggio di GNL presso l’abitato pesarese sta sollevando interrogativi sempre più urgenti. Come è possibile, si chiedono i cittadini, che un impianto classificato come industria insalubre di prima classe venga autorizzato in una zona alluvionale e sismica, a ridosso di case, scuole, negozi, luoghi di cura? La normativa vigente, dalla Legge Seveso III alle leggi sanitarie e ambientali, si esprime chiaramente su questo punto.
Eppure, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha rilasciato una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) positiva. “È una concessione che ci ha sbalorditi,” afferma Roberto Malini a nome di EveryOne e di Pesaro: NO GNL, “perché manca il sostegno di una documentazione tecnica credibile. Sono assenti, nella voluminosa pratica, analisi, carotaggi, osservazioni complete riguardanti le emissioni tossiche e patogene dell’impianto. La sua pericolosità, nonostante le devastanti esplosioni di terminali GNL del passato, con molte vittime, è stata sottovalutata, mentre le procedure di sicurezza sono approssimative e non si basano su sperimentazioni serie. Manca il parere dell’Autorità di bacino regionale delle Marche e quello dei Vigili del fuoco. Stupisce inoltre che in più di duemila pagine di incartamenti legati alla VIA, contenenti le opinioni di istituzioni ed enti locali, si eviti di menzionare l’articolo 41 della Costituzione, che nel 2022 è stato modificato con una Legge Costituzionale per stabilire che l’iniziativa d’impresa non può svolgersi in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza e alla dignità umana. È il punto focale giuridico che riguarda l’intero progetto e lo si è omesso completamente”.
Le criticità non riguardano soltanto la normativa, ma anche il contesto ambientale in cui il progetto si inserisce. Al di là del conclamato rischio alluvionale e sismico, sono già presenti a Pesaro fenomeni legati agli inquinanti. “Pesaro è spesso maglia nera nelle Marche riguardo alla presenza di polveri sottili nell’aria,” spiega Malini, “che spesso sono rilevate in quantità doppia rispetto ai limiti fissati dall’Oms. Davvero qualcuno ritiene che sia il caso di avvelenare ulteriormente l’aria che respiriamo, con veleni devastanti, fra cui proprio il metano, 84 volte più potente della famigerata CO2? Inoltre, non si può più ignorare che il fiume Foglia e il litorale pesarese presentano da anni fenomeni di inquinamento da idrocarburi”. Effettivamente, già nel 2020, l’ARPAM aveva rilevato tracce di petrolio nel fiume e numerose segnalazioni successive hanno documentato la presenza di concrezioni dall’odore di carburante sulle spiagge. Nonostante le segnalazioni documentate con foto, le ispezioni sono sempre avvenute molte ore dopo, con condizioni di marea differenti, rendendo difficile la verifica diretta del fenomeno. Alle preoccupazioni legate al progetto GNL si sommano dunque considerazioni che lo precedono e che restano irrisolte: “È opportuno avere impianti petroliferi così vicini a un fiume a rischio di esondazione, in prossimità di un centro abitato? Non sarebbe il caso di avviare finalmente indagini approfondite sulla contaminazione che interessa già il nostro ambiente e sulle sue cause, coinvolgendo enti indipendenti? Qual è l’impatto reale sulla salute pubblica e sul turismo e quali misure sono state adottate per tutelare cittadini e visitatori?”.
A fronte di questi elementi, la società civile si sta mobilitando con strumenti giuridici e istituzionali. EveryOne Group e il gruppo “Pesaro: NO GNL” proseguono gli incontro con istituzioni ed enti locali, per presentare le evidenze scientifiche e giuridiche che dimostrano l’inopportunità del progetto e appellarsi al loro intervento. Parallelamente, si sta finalizzando il Ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, un’azione giuridica fondamentale di cui sarà data notizia a breve, in un incontro pubblico
In questo scenario, cresce anche la preoccupazione per il futuro della giustizia amministrativa. La cittadinanza di Pesaro non è riuscita a racimolare la somma necessaria per il ricorso al Tar, compensato fortunatamente da quello straordinario. “Sempre più spesso i TAR respingono i ricorsi contro progetti invasivi e pericolosi,” dice Malini, “con vittorie della società civile che ormai non superano il 25%. Inoltre, i costi per chi impugna decisioni istituzionali diventano sempre più proibitivi, con spese che possono raggiungere diverse migliaia di euro in caso di sconfitta. Come può un cittadino o un gruppo civico permettersi di difendere i propri diritti in queste condizioni?”.
La città di Pesaro sta lentamente trovando la consapevolezza e il coraggio necessari per contrastare un progetto che potrebbe comprometterne la salute, il paesaggio e la sicurezza. Ma il tempo stringe. È il momento di pretendere trasparenza, di chiedere studi seri e indipendenti, di far rispettare le leggi e di difendere i principi costituzionali che tutelano il diritto a un ambiente salubre e sicuro. Se ne parlerà, in piazza, il 22 marzo, attraverso un interscambio di informazioni fra cittadini la cui preoccupazione cresce e che desiderano avere voce in capitolo in un frangente tanto grave.