LA SICUREZZA SUL LAVORO È COME L’ARIA CHE RESPIRIAMO: CI ACCORGIAMO DELLA SUA IMPORTANZA SOLO QUANDO VIENE TRAGICAMENTE A MANCARE, ED È SEMPRE TROPPO TARDI

“Più volte, durante il suo Pontificato, Papa Francesco ha richiamato l’attenzione sulle morti sul lavoro, lanciando appelli accorati in nome della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici. Proprio per questo, in occasione della Giornata Mondiale per la Sicurezza sul Lavoro, abbiamo scelto di rilanciare il nostro appello partendo da una delle sue riflessioni più incisive” – spiega Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, illustrando la scelta di affidare alle parole del Pontefice l’introduzione al proprio intervento per il 28 aprile.

Un’iniziativa che intende porre l’attenzione su una realtà che ogni anno coinvolge oltre mille famiglie italiane, una situazione che – secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio mestrino – nel 2025 mostra segnali di peggioramento.

Anche nei primi due mesi del 2025, infatti, il dramma si ripete con dolorosa regolarità: rispetto al 2024, le vittime sono aumentate del 16%. Si contano già 138 decessi, 19 in più dello scorso anno. E sul podio dell’insicurezza nazionale, in zona rossa, c’è oltre un terzo della Penisola.

Siamo solo all’inizio del nuovo anno – sottolinea Mauro Rossato – ma i dati non preannunciano alcuna virtuosa inversione di rotta. Anzi. Ci rammarica constatare come, nel corso degli ultimi anni, non sia mai emerso alcun evidente segnale di risoluzione”.

In effetti i numeri e le incidenze di mortalità dei lavoratori elaborati dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega danno, da oltre 16 anni, forma e contenuti al dramma. Nell’ultimo quadriennio, dal 2021 al 2024, sono 4.442 le persone hanno perso la vita sul lavoro in Italia. Il settore delle Costruzioni è quello in cui si conta il maggior numero di decessi con 564 vittime. Le zone con il rischio più alto sono al Centro e al Sud: Basilicata e Umbria sono in zona rossa da quattro anni consecutivi, seguite da Campania e Valle d’Aosta per tre.

Gli aspetti più preoccupanti: gli over 65 sono i più vulnerabili, gli stranieri registrano un tasso di mortalità doppio rispetto agli italiani, sia sul posto di lavoro sia in itinere. 418 le donne che hanno perso la vita sul lavoro.

“Il bilancio è più che drammatico – aggiunge il Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega – perché le nostre indagini sono elaborate su dati ufficiali che escludono, quindi, il mercato del lavoro sommerso in cui ovviamente risulta assai difficile indagare. Ma i dati ufficiali da soli parlano di una situazione allarmante. L’incidenza di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa non accenna a diminuire. Ciò significa che il rischio di morte per i lavoratori rimane sempre elevato e pressoché invariato negli ultimi anni”.

L’auspicio, dunque, per l’Osservatorio mestrino, da sempre in prima linea sul fronte della diffusione della cultura della sicurezza sul lavoro, è quello di leggere e risolvere l’emergenza anche attraverso i dati.

“Ci auguriamo che il nostro impegno possa diventare uno strumento efficace di conoscenza e approfondimento del problema – conclude Mauro Rossato – per arrivare a costruire un solido sistema di prevenzione degli infortuni. Un messaggio che vogliamo ribadire con forza, soprattutto in una giornata solenne come il 28 aprile. Ricordiamo che la normativa in materia di sicurezza sul lavoro in Italia esiste, ed è esaustiva. I lavoratori devono esserne consapevoli. E gli imprenditori – tutti – già lo sono. Ciò che forse non viene ricordato abbastanza è che la salute e la sicurezza sul lavoro non sono un costo, ma un investimento”.