Secondo il Wall Street Journal lo scorso ottobre la cancelliera tedesca Angela Merkel chiese al Quirinale di sostituire il premier Berlusconi, incapace, a suo giudizio, di risollevare l´Italia dalla crisi finanziaria in cui era precipitata. A detta della rivista americana, Napolitano “cominciò a verificare il sostegno a un nuovo governo fra i partiti se Berlusconi non fosse riuscito a soddisfare l´Europa né i mercati”. Come da protocollo, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il governo tedesco smentirono la ricostruzione fornita dal Wall Street Journal sulla nascita del governo Monti, che ha scatenato una bufera di fine anno nella politica italiana. A pensarci bene, mai nella storia degli stati moderni era accaduto che un presidente sfilasse la sovranità al popolo sovrano per metterla nelle mani di un governo non eletto da nessuno e diretto da un premier notoriamente membro della Bilderberg Group, vale a dire una sorta di gruppo di potere in odor di massoneria che controlla i gangli dell’economia mondiale. Uno “sfratto” dunque, tutto da verificare. Peccato che l’ex premier Berlusconi, forse per quieto vivere, o forse perché convinto che l’appoggio al governo Monti gli potesse giovare in termini di recupero elettorale, non abbia voluto approfondire l’inquietate, ma credibile ricostruzione. Se per ipotesi, le accuse fossero vero, il “peccato” di Napolitano nulla sarebbe rispetto all’altro ben più grave “omissione” perpetrata nel 2009. Gli italiani si sono purtroppo dimenticati che il “caro” presidente Napolitano, vale a dire colui che ama i sacrifici del popolo bue italiano più dei tagli alla casta a cui appartiene, il 6 febbraio 2009, rifiutandosi di firmare il decreto “berlusconiano” cosiddetto “Salva Eluana”, ne decretò la morte. A che serve riempirsi la bocca di parole mielose e di buoni propositi se poi non si ama con i fatti, gli ultimi e il popolo italiano?
Gianni Toffali