"Il ‘caro-benzina’ continua a tenere in tensione i prezzi dei prodotti alimentari (più 2,9 per cento a dicembre su base annua) e costringe una famiglia su tre a tagliare i consumi a tavola, complice anche il perdurare di una crisi economica che nello scorso aveva portato a un calo delle vendite agroalimentari tra lo 0,5 e l’1,5 per cento e a un cambiamento radicale del carrello della spesa". E’ quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati provvisori dell’Istat sull’inflazione. "Nonostante la lieve frenata registrata dai listini degli agroalimentari rispetto a novembre scorso (l’aumento tendenziale era di 3,1 per cento), grazie soprattutto alla diminuzione dei prodotti non lavorati, in particolare la frutta fresca (meno 2,4 per cento, in termini congiunturali e meno 0,3 per cento, in termini tendenziali), i prezzi sugli scaffali -avverte la Cia- hanno subito gli effetti deleteri dall’impennata dei carburanti, benzina e gasolio, che ogni giorno registrano nuovi allarmanti record. E questo, ha inciso notevolmente sui listini finali, soprattutto perchè i prodotti agricoli viaggiano dal campo alla tavola per oltre 80 per cento, con l’autotrasporto su gomma".
"L’infiammata che ha fatto registrare i prezzi alimentari-rimarca la Cia- ha avuto, tuttavia, i suoi riflessi sui consumi. A pagare di più la contrazione della domanda domestica sono stati pane, pasta, carni bovine, prodotti ittici, frutta e vini. Un trend negativo che si è riscontrato per tutto il 2011 "Sta di fatto che lo scorso anno- spiega la Cia- una famiglia su tre, appunto, è stata costretta a ‘tagliare’ gli acquisti alimentari, mentre tre su cinque hanno dovuto modificare il menù quotidiano e oltre il 30 per cento e’ obbligato, proprio a causa delle difficolta’ economiche, a comprare prodotti di qualita’ inferiore. Analoga la percentuale di chi si rivolge ormai esclusivamente alle ‘promozioni’ commerciali, mentre sono cresciuti gli acquisti presso gli hard-discount, dove si compra in mondo più conveniente. I rincari dei prodotti petroliferi (specie quello del gasolio agricolo)- aggiunge la Cia- hanno, comunque, pesato, e in maniera gravosa, anche sull’agricoltura, che ha visto crescere a ottobre scorso (ultimo dato disponibile) del 7,6 per cento il costo dei carburanti, aggravando ulteriormente i bilanci delle imprese agricole. Ma questi oneri, visti i provvedimenti contenuti nella manovra del governo Monti, sono destinati ad aumentare. Da qui la rinnovata richiesta- conclude la Cia- di un ‘bonus’ per il gasolio agricolo che è uno strumento di lavoro indispensabile per le serre e per le aziende agricole. Da quando, nel novembre del 2009 venne abolita l’accisa zero è stato un crescendo vertiginoso dei costi. Basta dire che nel 2011 la ‘bolletta petrolifera’ per il settore agricolo registrerà, secondo le prime stime, un aumento di oltre il 35 per cento rispetto all’anno precedente".