L’acquisto di 131 cacciabombardieri F35 costa allo Stato 15 miliardi. Ce n’era proprio bisogno in questo momento di crisi e sacrifici? Molti cittadini, i movimenti e le reti associative pensano di no e contestano la scelta del governo: non era il caso di incominciare a ripensare il modello di difesa, partendo dalla crisi, per eliminare inefficienze e storture? Su questi temi interviene anche l’Uisp: Gianluca Di Girolami, responsabile Uisp Roma e presidente dei Liberi Nantes (squadra di calcio romana formata da cittadini richiedenti asilo) ha preso carta e penna e ha scritto una lettera aperta al ministro Di Paola:
“Gentile Ministro, mi chiamo Gianluca Di Girolami e lavoro con l’Uisp – Unione Italiana Sport per Tutti di Roma.In questi mesi molti dirigenti e i soci dell’Uisp di Roma stanno facendo i salti mortali per capire come cercare di difendere lo Sport per tutti dall’attuale crisi economico-finanziaria che ha colpito il nostro paese Noi siamo l’Uisp e promuoviamo sport. Da oltre 60 anni.
E’ la nostra passione e il nostro impegno. Per noi Sport ha da sempre fatto rima con Pace, No barriere, no confini, no alla guerra. E’ nel nostro DNA, è la nostra pratica quotidiana. Quindi nel parlare direttamente ad un Ammiraglio, ad un ex Capo di Stato maggiore della Difesa italiana, rischiamo forse di incorrere in qualche inciampo e ce ne scusiamo sin da ora. E il fatto che ora sia anche un Ministro della Repubblica, rende ancora più arduo l’esprimere liberamente il nostro pensiero, perché rispettiamo le Istituzioni e i pesi che comportano certe responsabilità, certe scelte.
Ma a rischio di fare la figura degli ingenui, di quelli che non capiscono la complessità del momento, abbiamo ritenuto opportuno e importante condividere con Lei alcune riflessioni. Un cacciabombardiere F-35 costa circa 200 milioni di euro e sicuramente li varrà tutti (anche se c’è chi dice che non sia proprio l’ultimo ritrovato in fatto di tecnologia militare). L’Italia ne acquisterà 131. La moltiplicazione, non ce ne voglia, la lasciamo ad altri, ché a noi già gira la testa. Lei forse non sa a quanto ammonta annualmente la spesa pubblica per lo sport a Roma (e per pubblico si intenda Enti pubblici al completo, Coni, Credito sportivo ed Enti di promozione sportiva, cioè quelli che come noi promuovono e diffondono la pratica sportiva di base). Bene, glielo dicamo noi.
La cifra, Signor Ministro, è di 149 milioni di euro, centoquarantanove (dati 2010). Di cui 1 milione, per giunta, ascrivibile ai gruppi sportivi militari. Se a questo punto decidessimo, "inopinatamente", di aumentare la spesa pubblica a favore dello sport nella Capitale e portarla a 200 milioni di euro l’anno e volendo anche calcolare svalutazioni e crisi cicliche, si arriva facilmente a poter immaginare di finanziare lo sport a Roma per almeno 100 anni.
Un secolo di sport a Roma. Che non sarebbe un libro sul passato, ma un suggestivo programma per il futuro. La facciamo troppo facile? Potrebbe anche sembrare, ma ci creda, certe volte a noi sembra che la si faccia troppo semplice quando si tratta di spese militari, mentre diventa dannatamente difficile quando si tratta di investimenti per lo sport e peggio ancora se sport di base e Sport per tutti.
Mettiamo, allora, da parte la retorica dell’olimpismo, anche se questo è anno olimpico, perché detto tra noi spesso suona vuota e ipocrita. Mettiamo da parte l’idea d’inutilità delle spese militari, perché sappiamo che un paese come l’Italia deve necessariamente fare i conti con i nuovi modelli di Difesa e con gli impegni internazionali, con i nuovi equilibri e i nuovi conflitti. Mettiamo da parte i pacifismi sterili e facciamolo accantonando anche i ridondanti appelli alla Patria.
Mettiamo al centro i numeri e la logica, perché ci creda, chi fa sport e lo promuove è da sempre costretto ad essere dannatamente concreto. L’ Europa sta riducendo le spese militari, è vero, e questo sta accadendo anche in Italia, ma dai dati in nostro possesso rimaniamo il quarto paese per risorse destinate alle spese militari nella UE, dietro a Inghilterra, Francia e Germania. Se guardiamo alle spese per lo sport in Europa, invece, l’Italia non è più quarta, ma lotta per un molto poco onorevole quart’ultimo posto. Qualcosa non va. Vogliamo essere sinceri fino in fondo, perché sappiamo di rivolgerci a un uomo che è un servitore dello Stato, da sempre. Bene, quella commessa per 131 cacciabombardieri non riusciamo proprio a capirla, stride con i numeri di un paese che deve ripartire, non si spiega dentro lo sforzo collettivo di cui tutti i cittadini italiani sono chiamati a farsi carico.
Noi di guerra sappiamo poco, va da sé, ma sappiamo quanto sia importante lo sport, le energie che esso genera, le strategie di pace che sono insite in ogni atleta, allenatore, tecnico o dirigente che ha a cuore la pratica sportiva, il più delle volte di giovani e giovanissimi. Cose che sanno benissimo anche molti militari, che spesso rappresentano i vertici dello sport nazionale.
Lei è Ministro delle Repubblica, noi cittadini della stessa. Destini comuni, responsabilità condivise. Pertanto prenda queste righe come un contributo sereno e speriamo costruttivo di un pezzo di questo paese, quello che promuove lo sport di base, che non è meno importante di quello che Lei rappresenta da tanti anni, perché, ci creda, è difficile accettare in silenzio il fatto che un cacciabombardiere, uno solo, valga più di un anno di attività, di impiantistica, di promozione sportiva e di gare a Roma.
E prendiamo Roma come esempio, perché è una metropoli europea, perché è la capitale d’Italia, perché ci viviamo e ci lavoriamo, ma crediamo che da Trapani a Udine chi fa sport abbia fatto i nostri stessi conti. Perché sappiamo sì correre, giocare, saltare, ma sappiamo anche contare. Con l’occasione le rappresentiamo la nostra stima e le auguriamo buon lavoro".