"La Federbasket deve sapere quello che penso: serve una riforma radicale del sistema. E soprattutto serve una programmazione che in questo momento non c’è. Con questo non voglio dare tutta la responsabilita’ alla Fip, ma ogni anno il basket ha nuove regole senza dare certezze agli investitori, e questo non e’ possibile. E poi, io credevo molto nella qualificazione alle prossime Olimpiadi. Siamo usciti subito dagli Europei e non c’e’ stata la minima discussione a riguardo: tutto e’ rimasto sotto silenzio, tutto è rimasto come prima. Ho tutto il rispetto per l’autonomia finchè questa non diventa apatia. La Nazionale deve avere la priorità su tutto il movimento". A dirlo, in un’intervista al Corriere dello Sport, il presidente del Coni Gianni Petrucci a proposito del momento difficile vissuto dal basket italiano, guidato al vertice da Dino Meneghin. "La pallacanestro non è il calcio che se fallisce una qualificazione olimpica vive in ogni caso perchè ha una popolarità enorme ed una competitività ai Mondiali ed Europei che purtroppo il basket non ha più – aggiunge Petrucci -. Alloro io dico, meglio rompere certi rapporti piuttosto che tacere. Qualcuno si offenderà? Che si offenda pure. Io non voglio mettere in discussione il presidente Meneghin, però non posso neppure dire che sono contento della situazione. Se poi lui non è d’accordo con quello che penso, allora lo dichiari apertamente e mi spieghi perchè uno dovrebbe essere felice per ciò che sta accadendo. Si arrabbieranno? Pazienza. Diranno che è facile parlare? Al Coni abbiamo fatto delle riforme che sembravano impossibili".