"Redditività modesta, rallentamento dei ricavi, maggiori perdite su crediti, più caro finanziarsi. Bankitalia squaderna l’agenda 2012 per le vigilate, ed è una serie di doglianze di tutto rispetto – – . Ma la vigilanza chiama anche i banchieri a ‘fare sistema’, e fornisce una chiave di lettura politica e flessibile allo spauracchio dei rafforzamenti patrimoniali imposti dall’Eba. In una mattinata intensa, a via Nazionale, ne hanno discusso i primi banchieri del paese, davanti al governatore Ignazio Visco (che per la concomitanza con il G20 in Messico ha anticipato di una settimana, al 17 febbraio, la due giorni Forex, quest’anno a Parma) e al suo Direttorio. Presenti, oltre al capo dell’Abi Giuseppe Mussari, gli ad Federico Ghizzoni (Unicredit), Enrico Tomaso Cucchiani (Intesa Sanpaolo), Fabrizio Viola (Mps), Pier Francesco Saviotti (Banco popolare), Victor Massiah (Ubi), Alberto Nagel (Mediobanca). Bocche molto cucite, ma Bankitalia avrebbe speso qualche parola di comprensione per loro, con cauti segnali di apertura. Nell’immediato poco cambierà: entro giovedì le banche italiane dovranno consegnare a Bankitalia i piani per allinearsi alle richieste Eba, che stimano 15 miliardi di deficit patrimoniale. Ma a parte Unicredit, che sta ricapitalizzando, le altre coinvolte Mps, Banco popolare e Ubi non intendono chiedere soldi al mercato, piuttosto ‘comprare tempo’, adottando formule tecniche, piu’ lasche possibile, per ottemperare alle richieste solo quando il mercato avra’ risollevato i prezzi dei titoli governativi di cui le banche sono forti detentrici. Tra le righe della nota emessa da Via Nazionale lo si legge: ‘L’esercizio Eba ha natura una tantum e non modifica le regole contabili e prudenziali. Non verra’ ripetuto in futuro e non modifica gli incentivi delle banche a investire in governativi. Il fabbisogno patrimoniale per i debiti sovrani sara’ rivisto a marzo in occasione del Consiglio europeo, una volta che il fondo Efsf avra’ raggiunto piena capacita’ operativa e si sara’ conseguita una riduzione dei tassi d’interesse sui titoli sovrani’. Assunto conclusivo piuttosto wishful ed eventuale, che lascia quasi tutte le speranze di attenuare la severita’ dell’Eba nelle mani degli statisti europei – se ce ne sono – convocati per marzo. La nota ufficiale passa poi in rassegna tutti i guai dei banchieri, che anche ieri hanno espresso qualche timore per gli sviluppi di un business piu’ regolamentato che redditizio ormai. Dai segnali ‘negativi sull’economia italiana degli ultimi mesi’ alla ‘flessione del reddito disponibile, pur in una condizione patrimoniale delle famiglie e delle banche che resta solida’. Le tensioni sull’interbancario e sugli spread sovrani ‘si sono tradotte in aumento del costo della liquidita’ e dei finanziamento alla clientela’, e in ‘maggiore cautela nell’erogazione di prestiti’. Di conseguenza, ‘le prospettive di redditivita’ rimangono modeste. Nei prossimi mesi i conti risentiranno degli aumenti del costo del funding, del rallentamento dei ricavi, delle svalutazioni su crediti, con ripercussioni sulle capacita’ di autofinanziamento’".