In un periodo in cui le liberalizzazioni sono all’ordine del giorno dell’esecutivo Monti, anche le banche fanno la loro parte. Tra i punti salienti del nuovo contratto, siglato ieri sera dopo un’altra giornata di trattative, Abi e sindacati hanno convenuto che gli sportelli rimangano aperti dalle 8 alle 20, dal lunedì al venerdì con possibilità di ampliamento dalle 7 alle 22. Per attuare l’orario allungato occorre un confronto negoziale a livello aziendale. In mancanza di accordo, si procede unilateralmente per la fascia 8-20; mentre l’intesa è obbligatoria per la fascia 7-8 e 20-22. Con l’intesa siglata ieri, che scadrà il 30 giugno 2014, i dipendenti degli istituti di credito avranno un aumento di stipendio pari a 170 euro, ovvero il 6,05 per cento, in tre tranche: 50 euro dal 1 giugno 2012, 50 euro nel 2013 e 70 euro nel 2014. Inoltre, dal primo gennaio 2013 al primo giugno 2014 verranno bloccati gli scatti d’anzianità. Novità in vista anche con il contratto complementare che presenta una riduzione della retribuzione del 20 per cento e un orario di lavoro di 40 ore anzichè 37,5 per far "rientrare" in banca attivita’ in precedenza esternalizzate. Nell’arco di quattro anni si tornera’ poi al riallineamento sia dell’orario, sia dello stipendio. In un momento difficile per l’economia del Paese e per il mercato del lavoro, si e’ deciso di istituire un Fondo bilaterale per il sostegno dell’occupazione a cui contribuiranno sia i dipendenti sia le aziende: le aree professionali con una giornata, i quadri direttivi e i dirigenti con una ex festività e i manager con il 4 per cento della retribuzione fissa. "Il lavoro è la questione di maggior importanza in questo momento – ha commentato Francesco Micheli, capo del Comitato per gli affari sindacali di Palazzo Altieri – e crediamo che tutti dovrebbero impegnarsi su questo importante tema. Nel tenere conto delle oggettive condizioni di scenario, abbiamo trovato nuove compatibilita’ e nuovi equilibri, attraverso soluzioni originali e innovative, che possono efficacemente sostenere l’occupazione". Soddisfatti quasi tutti i sindacati che insistono sull’importanza dell’accordo in questo momento per il Paese. "La sfida del rinnovo in un contesto di estrema gravita’ e complessita’ riteniamo sia stata vinta" ha detto il segretario della Fiba Cisl, Giuseppe Gallo secondo cui "si e’ affermato un modello di settore in cui si garantisce lavoro buono e stabile; si favorisce l’incremento occupazionale attraverso una chiara solidarieta’ intergenerazionale; si introduce una forma di previdenza settoriale e si rilancia l’incremento retributivo attraverso incrementi di produttivita’ sostenibili e negoziati. Siamo convinti – conclude – possano rappresentare modelli da imitare non solo per il rinnovo di ulteriori contratti ma per intraprendere la necessaria strada di risanamento e sviluppo del sistema Italia". Per Paolo Pirani, segretario confederale della Uil, "alla vigilia di un incontro cruciale tra governo e parti sociali su sviluppo e mercato del lavoro, l’intesa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei bancari rappresenta un importante punto di riferimento in merito al valore della contrattazione e della concertazione". Infatti "lo schema di intesa tiene insieme, in un momento di crisi, sia gli aspetti tradizionali di solidarieta’, quali la tutela salariale e occupazionale, sia la valorizzazione della contrattazione aziendale legata alla produttivita’". Fuori dal coro la Confsal che ritiene quello siglato a Palazzo Altieri un "contratto di emergenza": "La scelta di concentrarsi esclusivamente su questioni di carattere economico-normativo – ha spiegato Aleardo Pelacchi, segretario generale di Unita’ sindacale Falcri Silcea che aderisce alla Confsal – rappresenta una grande occasione perduta per dare al Paese una risposta sul futuro delle nostre banche".