Mentre il Comitato Forza d’urto, per bocca del suo presidente Mariano Ferro, anima del movimento dei Forconi, annuncia lo stop al fermo giunto al sesto giorno, seppure in forma meno rigida, una parte della base dei padroncini dell’Aias, quella più vicina a Giuseppe Richichi, resta asserragliata a San Gregorio, alla barriera della Messina-Catania. E’ l’ulteriore segnale della frattura del movimento. Gli autotrasportatori avrebbero dovuto interrompere la protesta alla mezzanotte di ieri, ma Richichi vuole andare avanti. Non è escluso a questo punto che la polizia imponga lo sgombero dell’area. A Palermo il prefetto ha annunciato che non ci sono piu’ blocchi; stesso discorso per la statale 115 di Agrigento, nei pressi della Valle dei templi fino a stamane ‘occupata’: ci sono dei presidi, ma i tir vengono fatti passare. Stesso discorso in un altro punto caldo, Messina, ai caselli in entrata e uscita di Tremestieri e Villafranca Tirrena. La situazione già nella notte si era risolta in provincia di Caltanissetta, a Gela, altro fronte difficile in questi giorni, in tutta la provincia di Enna, compreso lo svincolo della Palermo-Catania, nel siracusano e nel ragusano dove le questure affermano che si va verso la normalità. Persistono presidi e presenze dei ‘Forconi’, ma non impediscono il passaggio delle autocisterne e dei tir.
Il Comitato Forza d’urto, pur decidendo di interrompere il fermo al termine di un nuovo faccia a faccia stamane con il governatore Raffaele Lombardo, ha spiegato che permane lo stato d’agitazione e che sede della protesta sara’ anche Roma, dove peraltro mercoledi’ il presidente della Regione incontrera’ Monti. Intanto, ci vorra’ un po’ tempo, pero’, per ripristinare del tutto le scorte di carburante e per riempire gli scaffali dei supermercati.