Finalmente, dopo anni di buio, si apre uno spiraglio di luce, si dà una carta concreta a una generazione, il cui leit-motiv era tristemente diventato è impossibile. Lo scrive Avvenire in un editoriale dedicato alle liberalizzazioni varate dal Governo Monti. Il giornale della Cei non tace sulla portata limitata del provvedimento, sui tempi lungi che si dovranno attendere per vedere i vantaggi nè sui rischi connessi a alcune delle norme, ma afferma che su tutto questo fa premio la possibilità di rispondere alle attese dei giovani, che in Italia non vedono un futuro mentre i loro coetanei "negli Stati Uniti possono ‘fare impresa’ nella Silicon Valley, ma anche nella vicina Olanda che ha 500 minorenni iscritti alla Camera di Commercio e dove si discute come comportarsi con ragazzi di appena 12-13 anni, già in grado di creare e vendere sul mercato applicazioni informatiche. La scommessa del governo Monti, allora, non è solo, e non tanto – scrive il quotidiano della Cei nell’articolo a firma di Francesco Riccardi – riuscire a ‘strappare’ qualche centesimo in meno sulla benzina o sul gas, ma far sì che liberalizzare voglia dire ‘è possibile’". Occorre, conclude, ridare "spinta a un Paese sfiduciato, che si sente ed è ‘bloccato’ dalle oligarchie economiche, servono altri passi nella stessa direzione, sono necessarie riforme ‘stereofoniche’ del mercato del lavoro (valorizzando il nuovo apprendistato modello Sacconi) e del fisco, per ‘premiare’ la produzione, la famiglia e i contribuenti onesti".