NAVE COSTA: MIGRANTES, 9.500 STRANIERI SU NAVI ITALIA

Le dichiarazioni di Franco Gabrielli, il commissario delegato all’emergenza della Costa Concordia, secondo cui a bordo della nave ‘potrebbero esserci stati clandestini’ accendono i riflettori sulla presenza di stranieri tra gli equipaggi delle imbarcazioni italiane. Ovviamente, l’eventuale presenza di clandestini, segnalata da una fonte autorevole, è altra cosa e andrà accertata da chi indaga su questa tragedia del mare. Ma quel che è certo è che, in generale, il numero di stranieri imbarcati è altissimo. Una fotografia arriva dal viaggio-studio sulle migrazioni asiatiche del Dossier immigrazione Caritas/Migrantes, che si è chiuso due giorni fa a Manila e i cui dati sono stati rilanciati dal Sir, l’agenzia della Cei. Le cifre indicano che i marittimi stranieri imbarcati sulle navi italiane sono 9.500: il 34,6% dei 27.450 posti di lavoro nella flotta italiana. Secondo la Fit-Cisl, i marittimi stranieri costituiscono l’80% degli equipaggi o del settore alberghiero delle navi da crociera. A livello mondiale, dalle Filippine, ad esempio, arrivano 350mila persone: è la nazionalità più rappresentata (1/6 del totale) su oltre 2.200.000 marittimi nel mondo. Anche sulla Costa Concordia c’erano 296 filippini, di cui 120 membri dell’equipaggio, gli altri lavoravano nell’hotel della nave. Tutti si sono salvati e sono gia’ rientrati in patria. In Italia vi sono circa 1.500 navi, l’1,7% del totale mondiale (dati 2009). Tra le 458 navi per il trasporto passeggeri, 21 sono navi da crociera, 81 aliscafi e catamarani, 219 traghetti e 137 di altro tipo. L’assunzione di stranieri è subordinata al rilascio di un visto su richiesta dell’armatore. Chi è imbarcato su una nave italiana, a prescindere dalla nazionalita’, deve essere assicurato all’Inps. Nel 2007 l’Ufficio della pastorale marittima della Fondazione Migrantes denunciava che tra il 10% e il 15% dei marittimi imbarcati nella flotta mondiale lavorava in condizioni di grave schiavitu’ per la carenza degli standard di sicurezza, l’eccessiva lunghezza degli orari di lavoro e l’inadeguatezza dei salari. Oltre ai problemi contrattuali, molto delicati sono gli aspetti legati alla sicurezza.