Giglio: Nave stabile, svuotamento non ostacola ricerche

Muta di colpo lo scenario dell’emergenza Costa Concordia: la nave non si sta allontanando dal basso fondale a ridosso del porto dell’isola del Giglio, dove è naufragata il 13 gennaio, ma, al contrario, si sta addirittura "schiacciando", "adagiando, "riposando" in quel punto, alto venti metri. Tutto, dall’analisi del comitato scientifico insediato sull’isola, e coordinato dal Capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, sembra ora congiurare a favore del recupero sia delle nave, sia delle 2400 tonnellate di carburante in essa contenute.

"Il pericolo che la nave collassi strutturalmente è remoto", ha spiegato Massimo Avancini, dirigente del Ministero dell’Ambiente. Persino le "deformazioni plastiche" generate dal semi-affondamento stanno aiutando la nave a non muoversi da lì. E le tanto temute mareggiate non sono più uno spauracchio: "il moto ondoso", ha detto ancora Avancini, "accresce il coefficiente di sicurezza". L’allarme potrebbe scattare solo per onde alte più di due metri e mezzo, ma "storicamente è un evento altamente improbabile", davanti al porto del Giglio.

E allora oggi la Meloria, il pontone che porterà i macchinari per cominciare a mettere mano alle cisterne della Concordia, potrà avvicinarsi senza preoccupazioni né per la stabilità della nave, né per il prosieguo delle ricerche. "Siamo pronti a dare il via all’aspirazione del carburante", ha ripetuto Gabrielli. Ma tra il "pronti" e il "cominciare davvero" ci sono ancora passi da compiere, è difficile che oggi si inizi a pompare via carburante. I sub a disposizione della Smit and Salvage, ad esempio, devono andare in avanscoperta. Il piano di bunkeraggio, cioè di intervento nel caso in cui qualcosa dovesse andare storto, è stato ultimato, con la sua cintura di panne assorbenti e la nave anti-inquinamento Orione in grado di dividere l’acqua dagli idrocarburi.

Il comitato, ha poi sottolineato Gabrielli, ritiene che "le ricerche all’interno della Concordia e il bunkeraggio per poter svuotarne i serbatoi" siano " attività assolutamente e parallelamente compatibili". Nessuno stop dunque alle ricerche, né per quanto serve alla Procura di Grosseto nell’ambito delle indagini, né per i corpi che la nave deve ancora restituire. Ieri è stata la volta di altre due donne, tra cui ci sarebbe "probabilmente" la sposina di Biella, la povera Maria D’Introno, 30 anni, che non era in grado di nuotare.