Il nuovo regolamento sulla protezione dei dati, approvato dalla Commissione europea, "risponde ai cambiamenti già avvenuti, ma rischia di non essere sufficientemente flessibile per intervenire sui processi di cambiamento futuri". Ad affermarlo è il garante per la protezione dei dati personali, Francesco Pizzetti, intervistato da www.euractiv.it, il portale italiano dell’informazione europea. Secondo Pizzetti, quella europea "è una normativa molto dettagliata che fa tesoro dell’esperienza accumulata. Attualmente, però, conta molto il contesto internazionale: da questo punto di vista una normativa così dettagliata può rappresentare un potenziale ostacolo a forme di accordo internazionali". Per il garante, "sarebbe stato meglio introdurre clausole di maggiore flessibilità, rinviare di più a ulteriori atti della Commissione o di altri soggetti". La vicepresidente dell’Esecutivo comunitario Viviane Reding, continua il Garante della privacy, "ha delle ottime intenzioni: parte dal principio secondo cui il rafforzamento della protezione dei dati può aumentare la fiducia degli utenti. La rete, pero’, e’ un fenomeno mondiale. Il regolatore europeo può anche assicurare una tutela elevata, ma non potra’ estenderla all’intero pianeta. Guardo con interesse – prosegue Pizzzetti – anche all’atteggiamento della commissaria all’agenda digitale, Neelie Kroes, che ha una posizione diversa: la Kroes punta di più sugli accordi sovranazionali e su forme di flessibilita’ che, pur assicurando una minore protezione giuridica, favoriscano una maggiore efficacia nell’applicazione a livello mondiale. Speriamo che questa normativa cosi’ dettagliata non si trasformi in un ostacolo.
Gli Stati Uniti hanno un atteggiamento opposto a quello dell’Ue, per esempio sui cookies. Gli utenti negli Usa hanno diritto di rifiutare l’uso dei cookies per il marketing, non il diritto di dare il consenso preventivo. La differenza tra i due sistemi e’ enorme. Bisognerebbe raggiungere un atteggiamento uniforme a livello mondiale". Il presidente dell’Authority spiega poi che grazie al nuovo regolamento "alle imprese e ai cittadini non converra’ piu’, come invece oggi accade, scegliere il paese piu’ compiacente per effettuare il trattamento dei dati, in quanto tutte le Autorita’ saranno sottoposte a regolazione uniforme e dovranno operare in coordinamento per assicurare l’omogeneita’ nel trattamento dei dati. La legge sara’ la stessa su tutto il territorio europeo e quindi diminuira’ la discrezionalita’ delle singole autorita’ nazionale".