Giornata con pochi spunti sui mercati europei, dove prevalgono le prese di beneficio e la prudenza, in attesa delle indicazioni sulla riunione della Fed. L’autorità americana ha poi lasciato i tassi invariati tra lo 0 e lo 0,25%, facendo sapere di attendersi tassi ancora ‘eccezionalmente bassi almeno fino al 2014’ puntando a mantenere una politica monetaria ‘molto accomodante’ e innescando buoni acquisti a Wall Street. Al di qua dell’Oceano i mercati avevano però già archiviato una seduta incolore, sostanzialmente ignorando i buoni conti del colosso Apple e l’indice Ifo sulla fiducia delle imprese tedesche migliore del previsto e, a livello societario. Il dato è ai valori più alti dall’agosto del 2011, anche se a una lettura più attenta emerge come nell’indice sia in raltà migliorata la componente delle aspettative, mentre l’indicazione sulla situazione corrente è in calo: per gli economisti è così solo una conferma di uno scenario congiunturale debole, dove le imprese tedesche temono per le proprie esportazioni a breve. A livello complessivo le Borse perdono così lo 0,45% (chiude cosi’ l’indice paneuropeo l’Euro Stoxx 50). Zurigo e’ la peggiore e lascia l’1,01%, Francoforte la migliore e chiude sulla parita’ (+0,04%), se si esclude il ‘boom’ della periferica Atene che chiude a +4,8% dopo il tonfo di ieri. Milano perde lo 0,56%, ma non manca qui una buona euforia sulle banche e il Banco Popolare fa un rally dell’11,69% e Monte dei Paschi balza del 7,83%. Nel Vecchio Continente si procede insomma come in una lenta danza: due passi avanti e uno indietro. Ottengono allora piu’ attenzione i risultati Ericsson peggiori del previsto e il gruppo svedese fa un tonfo del 14%, oppure quelli della svizzera Novartis che perde il 2,5%. Nel Regno Unito vanno invece giu’ le banche, dopo il dato sul prodotto interno lordo nel paese peggiore delle attese (-0,2% nell’ultimo trimestre). Fanno un passo indietro anche gli spread tra i nostri Btp e i Bund tedeschi e dopo i recenti progressi si allargano nuovamente verso i 430 punti base (428,6 dai 417,5 punti di ieri). Quest’oggi intanto la Germania ha collocato Bund a 30 anni per 2,458 miliardi, sotto il massimo importo previsto di circa 3 miliardi, ma comunque con una domanda molto forte (5 miliardi), un rendimento in calo (2,62% dal 2,82% dell’asta di dicembre).