Nell’Italia del tempo presente sono ancora aperte fratture e problematiche che affondano le loro radici negli Anni Settanta. A oggi possiamo dire che il Nostro è un paese in bilico fra la regressione egoistica e la speranza di un futuro solidale di civiltà. A questo proposito la scuola italiana ha ancora un compito di riguardo nei confronti delle generazioni dei nuovi uomini, poiché a lei spetta il difficile compito di aiutare gli studenti a leggere la storia ma, soprattutto, a rileggerla e a interpretarla per la costruzione di una società consapevole. Era un progetto a cui tendeva, già negli anni Cinquanta, don Lorenzo Milani, quando invitava i ceti più umili a riscattarsi dalla propria subalternità per mezzo dello studio e del sapere. La scuola, ancora oggi, deve poter giocare questa partita, credendoci: le nuove generazioni saranno gli uomini e le donne di domani solo se saranno pronti e preparati a sufficienza per saper leggere le questioni sociali, politiche, culturali. Chi sa è più forte di colui che vuole ingannarlo, o anche solo persuaderlo con cattivi argomenti. Chi sa esce dalla condizione passiva e, spesso, servile di telespettatore e reagisce criticamente di fronte a ciò che vede e sente. Chi sa giudica, sa interpretare, sa leggere un pensiero e confrontarlo; chi sa è libero ed è il cittadino di una democrazia. Per questo è importante conoscere il passato e saperlo usare per capire e valutare il presente; in questa linea direttiva lo studio, la conoscenza, il confronto con il nostro passato prossimo sono elementi indispensabili per tradurre gli avvenimenti e i fatti del presente. E’ in questa ottica che alcuni docenti dell’Istituto D’Istruzione Superiore “Majorana-Marro” di Moncalieri (Torino) hanno pensato a un incontro tra studenti e lo scrittore siciliano Roberto Gugliotta, autore – con Giovanna Vizzaccaro – del recente romanzo Il picciotto e il brigatista – Fazi editore. L’incontro, che avverrà nell’Auditorium della scuola di Moncalieri il 30 gennaio, si pone la finalità di instaurare un dibattito critico con l’autore sugli “Anni di piombo”, a partire dalla presentazione del romanzo e dal dibattito che ne nascerà. Gli anni Settanta, quindi, vengono considerati in questa ottica, anni di importanti passaggi storico-politico, in cui lo Stato si trovò ad affrontare problematiche sociali, economiche, etiche, ma anche complesse rivoluzioni portate avanti dai gruppi eversivi di estrema destra e di estrema sinistra, che chiesero allo stato stesso di mettersi in discussione e di pagare con vite umane i suoi errori. La scuola torinese si propone, quindi, di offrire ai suoi studenti un’opportunità preziosa: quella di non studiare solo la storia sui libri di testo, ma di discuterla con un giovane scrittore che saprà accompagnare i ragazzi attraverso una ricostruzione critica ed umana di quegli anni. E tutto ciò significa anche costruire la speranza di un futuro solidale e consapevole per tutti.