"Una giornata di ordinaria follia giudiziaria quella di ieri per Silvio Berlusconi. Con l’ex presidente del Consiglio disposto per la prima volta a farsi interrogare in udienza preliminare ma costretto a rinunciare all’ultimo momento per la sovrapposizione con il processo Ruby. Nel mezzo, il corto circuito sulla data di prescrizione del processo Mills con ben tre ipotesi di scadenza di cui nessuno riesce piu’ ad aver ragione e con la quasi matematica certezza che una sentenza non potra’ essere pronunciata. E’ il risultato – spiega LA STAMPA – di una lotta senza quartiere tra accusa e difesa, tra leggi ad personam e leggi ordinarie e soprattutto di una serie di processi che dopo rinvii di ogni genere stanno presentando il conto, tutti insieme. Risultando ingestibili. Andiamo con ordine. Quella di ieri mattina doveva essere una giornata dedicata all’ udienza preliminare del processo che vede imputato Berlusconi per concorso in rivelazione di segreti d’ufficio in relazione al trafugamento dell’intercettazione di Piero Fassino (‘abbiamo una banca!’) dagli archivi della Procura e finita sulla prima pagina del Giornale. Prima archiviato, poi imputato coattivamente, il Cavaliere ieri aveva annunciato di volersi fare interrogare dal Gup Domanico. Venerdi’ scorso pero’, nonostante le proteste della difesa, che infatti aveva abbandonato l’aula, il collegio del processo Ruby decideva di mantenere valida sempre per ieri mattina un’udienza dedicata ai testimoni della polizia giudiziaria.
Cosi’ il gup Domanico, preso atto della sovrapposizione, decideva di rinviare l’interrogatorio del Cavaliere per consentire ai difensori di partecipare al processo Ruby con il risultato che il Cavaliere alle 10 del mattino lasciava il palazzo di giustizia senza colpo ferire e senza che i suoi avvocati storici, Ghedini e Longo, si presentassero nell’aula Ruby, lasciando ai sostituti Dinacci e Perrone l’onere di un’udienza per altro abbastanza noiosa. Nel frattempo la Procura generale, nelle vesti dell’Avvocato Generale Laura Bertole’ Viale, emetteva parere contrario all’istanza di ricusazione presentata dai legali di Berlusconi contro i giudici del processo Mills: esprimere preoccupazione per l’imminente prescrizione, questo il ragionamento del Pg, non significa dare un’anticipato giudizio, come sostenuto dai legali, ma semplicemente farsi carico diligentemente della ‘disciplina dell’udienza’, posto che la questione della prescrizione e’ perfettamente conosciuta anche dall’imputato e dai suoi avvocati. Il problema pero’ e’ che la seconda Corte d’Appello, deputata a decidere sull’istanza di ricusazione, ha stabilito che sciogliera’ la riserva solo a meta’ febbraio, forse il 18, considerando dunque – ma in via ufficiosa, non avendo titolo per stabilirlo – che la prescrizione potrebbe intervenire solo a maggio, ovvero la data indicata dal pm con la contestazione supplettiva relativa alla consumazione del reato (quando Mills cioe’ inizio’ a spendere i soldi che avrebbe ricevuto da Berlusconi).
Calcolo che configge con quanto stabilito dalle sezioni riunite della Cassazione nella vecchia sentenza Mills e che sarebbe stato assunto anche dal tribunale del processo in corso, tra il 12 e il 14 febbraio (ma, volendo, era in ballottaggio anche la data del 12 gennaio) e che, infine, per i legali sarebbe invece da stabilire non oltre il 2 febbraio, ovvero dopodomani. Incredibile ma vero.
Risultato: visto che la decisione della corte non ferma il processo ma impedisce di emettere sentenza e non sospende la prescrizione, e che la decisione ultima sul termine naturale del processo spetta soltanto ai giudici d’innanzi al quale lo stesso si svolge, quando pure verra’ stabilito se la ricusazione e’ valida o meno, non si potra’ fare altro che proclamare un "non luogo a procedere" per intervenuta prescrizione del processo Mills. Una vittoria a tavolino delle difese. E oggi Berlusconi dovrebbe essere in aula, per rendere dichiarazioni spontanee".