"Nevica e soffia vento di Burano sul secondo e ultimo giorno della visita presidenziale a Bologna, e calerà sull’Italia probabilmente un gelo non solo meteorologico – scrive La Stampa – . Il rischio ‘che dalla crisi l’Italia esca materialmente impoverita’ ci impone di assumere un diverso stile di vita, più severo, più sobrio. Ci attendono sacrifici, ma ‘dovendo raggiungere obiettivi essenziali per tutti noi, a cominciare dall’abbattimento del debito pubblico’ c’è un ‘punto morale’ ineludibile: ‘Noi non possiamo lasciare sulle spalle dei giovani e delle future generazioni questa spaventosa eredità. Fa i conti, il Presidente della Repubblica nel giorno in cui i dati sulla disoccupazione giovanile raggiungono la soglia allarmante del 31 per cento, nel già gravissimo computo di 2 milioni e 243 mila italiani senza lavoro, e ricorda a tutti cosa significhi avere quel Moloch sulle spalle: ‘Ogni anno versiamo 70 miliardi di euro in interessi sul debito pubblico, 70 miliardi sequestrati agli investimenti pubblici’. Come dire sottratti alla crescita, al benessere per l’intera società italiana. E attenzione, la mole del debito pubblico ‘ci espone a rischi di deflagrazione’. Gli spread, poi, ‘hanno alti e bassi, ma gia’ ci mettono per il 2012-2013 una spesa ancora maggiore per onorare i titoli del debito pubblico’. E dunque, ‘proprio non si puo’ continuare, come negli scorsi decenni, a vivere al di sopra delle proprie possibilita’, come e’ avvenuto, anche se non per tutti i ceti sociali’. Occorre cambiare, ‘rispetto a 40 anni fa, ma anche a 20 anni fa nei comportamenti’. E ‘nessun gruppo sociale puo’ essere esentato dai sacrifici’. E’ la preoccupazione per la societa’ italiana nel duro anno che l’attende a far usare a Napolitano, il primo cittadino d’Italia, il ‘noi’: ‘Riflettiamo sull’espressione coesione sociale: e’ un bene prezioso, un impegno importante, il suo significato sta nel fare ogni sforzo per evitare evitabili conflitti, nel seguire il criterio della solidarieta’. Ma ‘non puo’ significare immobilismo’, e Napolitano serra le mani a pugno e sottolinea con forza quel ‘non’. Perche’ ‘una cosa e’ l’equita’, altro e’ credere che un gruppo sociale possa essere esentato dai sacrifici’. Nella Sala Rossa di Palazzo d’Accursio ad ascoltarlo ci sono il governatore Vasco Errani e il sindaco Virginio Merola, e anche molti cittadini, assai soddisfatti – nota un bolognese – ‘di avere un Presidente che ci dice tali cose, e parlando sempre spontaneamente, a braccio’. E nelle parole di Napolitano non c’e’ solo ‘il tunnel del debito pubblico’, le ‘spinte troppo conservatrici’ riguardano anche le riforme. E’ il secondo richiamo alla politica in due giorni. Ieri, la necessita’ di uno scatto in avanti o arrivera’ l’antipolitica, poiche’ ‘tra il rifiutare i partiti e l’estraniarsi con disgusto dalla politica il passo non e’ lungo ed e’ fatale, conduce alla fine della democrazia’, oggi l’architettura istituzionale bisognosa di restauro. Si sono ‘accumulati molti ritardi e non sara’ facile superare il bicameralismo nonostante gli appelli’, e non bisogna lasciare a meta’ la questione delle Province, ‘occorre scegliere’, dice dando certo un dispiacere alla presidente della Provincia di Bologna Beatrice Righetti che aveva appena difeso la sua istituzione. ‘Dal livello regionale in giu’ – ha detto Napolitano – ci sono entita’ che si sono sovrapposte e accavallate. Forse avremmo fatto bene a scegliere 42 anni fa, quando vennero eletti i Consigli regionali’. Ma ora occorre procedere. Come per il federalismo fiscale. Non l’ho dimenticato, dice Napolitano, ‘come dicono esponenti di una parte politica che pure non vedo qui oggi’ e il riferimento chiarissimo e’ alla Lega che aveva fatto sapere che avrebbe disertato l’incontro, ‘per noi incontrare Napolitano non e’ un onore’. Ma anche per quel provvedimento si e’ lavorato e discusso molto, ‘ma l’attuazione delle misure non e’ un’opzione, e’ un dovere istituzionale. O si riforma il gia’ riformato, si vede se regge e cosa c’e’ da modificare, oppure si da’ attuazione’".