Spiagge chilometriche e discoteche aperte tutta la notte: benvenuti a Miami, la città più triste d’America. L’incredibile verdetto arriva dalla celebre rivista di economia e finanza Forbes, che ha condotto un sondaggio su circa 200 città americane.
Dai locali sempre pieni di South Beach alle mega ville di Miami Beach e Key Biscayne, la vita nella città più famosa della Florida sembrerebbe sorridere a tutti, ma in realtà esiste una differenza abissale tra l’1 per cento, i multimiliardari come il cantante Enrique Iglesias, che sta per ultimare la sua nuova villa da 20 milioni di dollari, ed il 99 per cento della popolazione.
Secondo la rivista, infatti, i cittadini hanno molto di cui lamentarsi. E la situazione è addirittura peggiorata con la crisi del settore immobiliare del 2008, che ha mandato sul lastrico centinaia di famiglie, che oltre alla casa hanno perso anche il lavoro. La zona metropolitana, inoltre, ha uno dei tassi di criminalità più alti di tutto il paese. Senza contare l’estrema difficoltà di spostamento per i cittadini che dalle periferie devono arrivare in centro ogni mattina per andare in ufficio.
La città risulta ai primi posti in tutte e dieci le categorie prese in considerazione: criminalità, pignoramenti, prezzi delle case, costo della vita, disoccupazione, corruzione, obesità, clima, traffico e mezzi pubblici. Sempre sul podio di "metropoli più triste", ma su un gradino più in basso c’è Detroit, la città dell’industria automobilistica, infatti, stenta a riprendersi dalla crisi economica del 2008. Medaglia di bronzo, invece per Flint in Michigan, seguita da West Palm Beach sempre in Florida e dalla capitale della California, Sacramento.