"Attorno ai disturbi prolungati di coscienza si decide quale dignità la società riconoscerà all’uomo fragile negli anni futuri, a che livello verrà collocata l’asticella che separa chi ha diritto al rispetto di tutti e chi invece viene tragicamente considerato ‘sacrificabile’ sull’altare di altri interessi, persino condivisibili, come il contenimento della spesa sanitaria". Lo scrive il quotidiano cattolico Avvenire che dedica il suo editoriale all’anniversario della morte di Eluana Englaro. Quella di oggi – spiega l’articolo a firma del neurologo Gainluigi Gigli, già presidente della federazione mondiale dei medici cattolici – è un’occasione preziosa di riflessione, anche per ringraziare gli uomini di scienza che stanno lavorando intensamente per comprendere i disturbi di coscienza. Il giornale della Cei rileva che "grazie alla ricerca, la frontiera degli stati vegetativi sembra restringersi progressivamente. Ogni giorno vengono pubblicate indagini che costringono a riclassificare una parte non trascurabile dei soggetti prima etichettati come ‘stato vegetativo’. Si continua a parlare – spiega – di errori diagnostici, ma il vero limite sta nella nostra incapacita’ di scoprire un livello di comunicazione residua". Serve "attorno alle famiglie un’attenzione capace di evitare – conclude l’editoriale – l’angoscioso fai-da-te alla ricerca di soluzioni e percorsi per i congiunti. Ciascuno si senta chiamato a prestare attenzione, ascolto e servizio".