Colazione di lavoro oggi a Palazzo Chigi tra Silvio Berlusconi e Mario Monti, alla quale parteciperanno anche Angelino Alfano e Gianni Letta. L’obiettivo è rinsaldare i rapporti tra Pdl e governo a partire da un esame dei prossimi impegni dell’esecutivo. Ieri sera c’è stato un vertice del Pdl a Palazzo Grazioli, dopo quello di lunedì a Lesmo, per discutere delle prossime elezioni amministrative ma anche delle questioni da sottoporre al confronto con Monti. Tra queste, ci sarebbe la riforma della giustizia che Berlusconi vorrebbe reinserire tra le priorità del governo. ‘E’ stata una normale riunione di partito per discutere dell’agenda politica e fare il punto sui provvedimenti che va prendendo il governo, a iniziare dalle liberalizzazioni’, ha dichiarato alla fine del summit Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, ai microfoni del Gr1. Berlusconi avrebbe spiegato che occorre dialogare con il Pd e l’Udc non solo sulla legge elettorale ma anche su alcune riforme costituzionali. L’ex premier preme innanzitutto per una nuova legge elettorale che pur recuperando il sistema proporzionale preveda una soglia abbastanza alta per accedere in Parlamento in modo da evitare il proliferare di piccoli partiti e favorire una eventuale intesa tra Pdl e Udc. Secondo alcune indiscrezioni, Berlusconi non avrebbe escluso nella cena di Lesmo la possibilita’ che sia il centrodestra a candidare Monti come presidente del Consiglio per la prossima legislatura. L’ex premier avrebbe spiegato che occorre evitare di regalare Monti alla sinistra gia’ in difficolta’ per la trattativa sulla riforma del lavoro e la possibile modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Una sorta di risposta di Berlusconi a Walter Veltroni che in una intervista a ‘Repubblica’ aveva invitato a sua volta il centrosinistra a non regalare Monti alla destra.
Berlusconi insiste sul patto con Monti perche’ non ritiene possibile che sia possibile uscire dalla crisi economica in tempi rapidi. In uno dei suoi interventi nel corso della cena di lunedi’ avrebbe ricordato di essere stato proprio lui a indicare al presidente Giorgio Napolitano il nome di Monti come possibile premier di un governo di tregua. ‘Se abbiamo deciso di sostenere il governo Monti, lo abbiamo fatto nella convinzione che non si fara’ condizionare’, ha dichiarato ier il segretario del Pdl Alfano a Tgcom24. Per quanto riguarda le prossime elezioni amministrative, si e’ deciso che il Pdl si presenterà quasi dappertutto con il proprio simbolo. E’ stata esclusa l’ipotesi di uno generalizzato rapporto con le liste civiche. Berlusconi ha però insistito sulla necessità di un radicale rinnovamento del Pdl, a iniziare dal prossimo congresso nazionale del partito. Resta irrisolto invece il tema delle alleanze. Il Pdl non è riuscito a siglare finora un accordo con il Terzo polo nè a Palermo, nè a Genova. Non c’è accordo neppure con la Lega per la guida della Regione Lombardia. Si segnalano difficoltà nei rapporti con il movimento Grande sud di Gianfranco Miccichè che ieri si è incontrato con Alfano. Berlusconi confida però nei sondaggi che indicherebbero nel 23,6% di elettori quelli disposti a votare il Pdl. Il rapporto con il governo Monti continua intanto a provocare tensioni nel Pd. ‘Non condivido la tesi di andare avanti anche senza accordo. Se non ci sara’ accordo, il Pd valutera’ in Parlamento quel che viene fuori sulla base delle nostre proposte’, ha detto ieri al Tg3 delle 19 il segretario Pier Luigi Bersani a proposito di alcune dichiarazioni di Monti sulla riforma del lavoro.
‘In questo momento di recessione serve la riforma ma serve anche la coesione. Serve una scommessa insieme e sono convinto che il governo è impegnato a raggiungere un accordo. Il Pd seguirà quell’accordo’, ha precisato il leader del Pd ricordando che l’articolo18 e’ un principio di civiltà garantito anche in altri paesi. Quanto all’ipotesi che Monti possa guidare lo schieramento di centrosinistra o quello di centrodestra, Bersani replica: ‘Vedo che si è aperto un dibattito, vorrei ricordare che Monti non viene dopo i partiti ma dopo Berlusconi. Il Pd con generosità e contro i suoi interessi sostiene una fase di emergenza e di transizione ma la democrazia respira con due polmoni e io voglio predisporre il Pd a essere alternativo non a Monti ma alla destra populista’. Quindi spettera’ al premier e ai suoi ministri da che parte schierarsi, quando si terranno le elezioni politiche. Ma nel Pd è ormai scontro aperto sulla collocazione e le prospettive, come dimostra il titolo di prima pagina de ‘l’Unita” di qualche giorno fa dedicato alla discussione interna del partito: ‘Duello nel Pd’. La posizione di Veltroni a favore del proseguimento del governo Monti anche nella prossima legislatura e della cancellazione dell’articolo 18 ha scatenato una discussione di tipo congressuale.