Emendamenti, lo stop del Colle

Monito del presidente della repubblica Giorgio Napolitano ai partiti: no agli emendamenti fuori tema che finiscono per stravolgere i decreti. Scrive Repubblica: "Una lunga lettera di rilievi, che il capo dello Stato spedisce a Monti e ai presidenti delle Camere, e che Fini legge in aula subito dopo l’approvazione del Milleproroghe incassata dal governo grazie al voto di fiducia. Proprio il decreto è entrato nel mirino del capo dello Stato, che adesso è chiamato a firmare il testo, ma che avverte: c’è il rischio che la Corte costituzionale possa annullarlo, come ha già fatto qualche giorno fa con alcune norme della legge del 2010, giudicate appunto ‘estranee alle finalità del testo’. Napolitano, nella sua lettera, ricorda di essere intervenuto già varie volte sul punto. Una lettera al governo Berlusconi, esattamente un anno fa, e una missiva analoga ancora prima a Prodi. Adesso anche a Monti. Come a dire che il Quirinale si muove con equilibrio e le polemiche sollevate da un’ala del centrodestra sul trattamento di favore concesso a Monti sono smentite dai fatti. Il capo dello Stato sottolinea dunque di aver sollecitato una ‘rigorosa delimitazione degli eventuali emendamenti, secondo un criterio di stretta attinenza alle finalità e al contenuto originario del decreto legge’. Invece, e’ scattato il solito maxi-mercato delle modifiche. Mettendo alla fine in difficolta’ il governo, che e’ ieri e’ anche finito sotto due volte a Montecitorio, sia pure su ordini del giorno: uno della Lega sul canone Rai (votato da tutti tranne il Pd) e uno del Pd sulle graduatorie degli insegnanti. Il segnale politico della lettera di Napolitano sembra percio’ andare in soccorso dell’azione del governo: il messaggio ai partiti e’ di non stravolgere i provvedimenti gia’ concordati con Palazzo Chigi.