Dalle quattro di stamane, centinaia di lavoratori fermi presso l’autoparco di Messinambiente. I lavoratori, pur presentandosi regolarmente sul posto di lavoro non possono prestare l’attività lavorativa, in quanto sprovvisti dei dispositivi individuali di protezione sulla sicurezza, assenza delle vaccinazioni e mancanza di automezzi idonei per l’espletamento del servizio di raccolta rsu. La FP CGIL e la UIL trasporti, hanno richiesto l’intervento dell’Ispettorato del Lavoro e dell’ASP di Messina- dichiarano Clara Crocè Segretario Generale della FP CGIL Carmelo Pino responsabile del settore e Silvio Lasagni Segretario Generale della UILTrasporti- attraverso delle ispezioni per verificare se sussistono tutte le condizioni per poter espletare il servizio affinchè i lavoratori possano riprendere il servizio di raccolta rsu. Atteso che sull’argomento né l’azienda né il Sindaco sono interlocutori credibili. I lavoratori, ormai stanchi di dover subire da parte del Sindaco e dell’ azienda solo promesse non mantenute. Anche l’ultima bufala del Sindaco, ha scatenato la reazione dei lavoratori e delle OO.SS. Il Sindaco, infatti, ha rassicurato la città che l’emergenza era ormai scongiurata, in quanto raschiando il fondo del barile, stava provvedendo alla riparazione e all’acquisto di automezzi. Ma così non è – continuano Crocè, Pino e Lasagni- hanno acquistato tre automezzi, di cui due inutilizzabili mentre il terzo a stento, le maestranze riescono a metterlo su strada. Inoltre dopo, la protesta di dello scorso martedì e l‘incontro con il Vice Sindaco Mondello, nessuna notizia da parte del Sindaco. Se questo è il metodo utilizzato per risoluzione dei problemi è il segno che ormai siamo al dolce ma considerata la sItuazione, possiamo parlare di calice amaro. Un’amministrazione che ormai ha dimostrato la totale incapacità a dare risposte ai lavoratori e ai cittadini messinesi. Nessuna fatto concreto, in merito alla sicurezza sul lavoro e al pagamento degli stipendi. Il Sindaco, ha avuto soltanto la capacità di mettere in liquidazione l’azienda, distruggendo tutto queelo che di buono si stava tentando di costruire. La misura ormai è colma, adesso la parola passa alle altre istituzioni che avranno il compito di accertare eventuali responsabilità in merito al blocco dei rifiuti.