‘Questo provvedimento va nella direzione di rendere ancora più fragile l’istituto matrimoniale’. Così don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio Cei per la Pastorale della famiglia, commenta alla Radio Vaticana la riduzione da tre anni a un anno della separazione prima di ottenere il divorzio approvata ieri dalla commissione Giustizia della Camera. Invece di investire energie e risorse su tutta una serie di apporti da consegnare alle coppie in crisi – che vanno in crisi anche per motivi molto concreti, come le difficoltà nel lavoro, nel pagamento delle bollette, per una vita spirituale che si è un po’ affievolita -, si dà il via libera a velocizzare e a trasformare quella crisi quasi immediatamente – perchè un anno è veramente poco – in una separazione’, lamenta don Gentili. Secondo il responsabile dell’ufficio Cei, ‘in molti casi, se si riuscissero a trovare i giusti supporti, la crisi sarebbe superabile. In questo caso, si recupererebbe anche il senso e il valore di quell’unione sponsale, di quella promessa che si è fatta e, in qualche modo, si ritrova anche la dimensione di una personalità più matura e più serena. Questo, però, ha bisogno dei giusti tempi e quindi, l’idea dei tre anni, andava proprio nella direzione di vedere se c’era ancora la possibilità di salvare quel matrimonio. Spero vivamente – ma credo che tanti che stanno lavorando davvero con grande impegno per salvare molte famiglie – non soltanto che si neghi questa legge, ma soprattutto che si investano nuove risorse a favore della famiglia, che si crei quella ‘culla per la vita’ che ogni famiglia puo’ essere – conclude don Gentili -. Non può esistere una società serena senza una difesa della famiglia fondata sul matrimonio’.