A seguito dei luttuosi eventi alluvionali che hanno colpito la provincia di Messina il 22 novembre 2011 lo Stato Italiano ha riconosciuto la gravità dell’evento, emanando il 25 novembre 2011 un Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri con cui è stato dichiarato lo stato di emergenza nel territorio della provincia di Messina fino a tutto il 31 dicembre 2012.
La legge istitutiva della protezione civile in Italia, la n. 225 del 1992 prevede all’articolo 5 che " l’attuazione degli interventi in emergenza finalizzati ad evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a persone" e cose avvenga con lo strumento normativo straordinario dell’Ordinanza di Protezione civile.
Tale Ordinanza ha l’obiettivo, tra gli altri, di prevedere modalità e procedure per attuare tutti i possibili interventi di aiuto alle popolazioni colpite.
L’emanazione di tale Ordinanza, ai sensi del comma 1.c. dell’articolo 107 del Decreto n.112/98 (Bassanini) rientra tra gli obblighi dello Stato Italiano ed a tutt’oggi non è stata emanata.
Nelle more dell’emanazione di tale Ordinanza, attuativa dello stato di emergenza già declarato, la Regione Siciliana ha l’obbligo, in virtù di quanto impostole dal comma 1.4 dell’articolo 108 del Decreto n.112/98, di "attuare tutti gli interventi necessari per favorire il ritorno alle normali condizioni di vita nelle aree colpite ".
Ai Comuni rimangono, tra le funzioni di protezione civile sancite dal comma c.4 dell’articolo 108 della legge Bassanini, "l’attivazione dei primi soccorsi alla popolazione".
Appare fin troppo evidente come, in assenza di un’Ordinanza nazionale di protezione civile che indichi modalità e procedure attuative, per fronteggiare l’emergenza, debba essere l’Amministrazione regionale ad "attuare tutti gli interventi necessari per favorire il ritorno alle normali condizioni di vita nelle aree colpite ".
Oggi, si vive, invece, il paradossale scaricarabile da parte di Stato e Regione che in sfregio alle citate normative, il primo non emana l’obbligatoria Ordinanza per un evento per il quale ha già riconosciuto con Decreto della presidenza del consiglio dei Ministri, lo stato di emergenza.
La Regione Siciliana invece, in spregio ai propri obblighi sanciti dalla legge Bassanini, non solo non attua gli interventi di propria competenza, non solo non supporta le amministrazioni comunali in tutte quelle misure necessarie per garantire assistenza alle popolazioni ma, addirittura, invia comunicazioni con cui da una parte non da adeguate indicazioni su come alleviare i disagi delle popolazioni, ma addirittura minaccia le stesse amministrazioni comunali di porre, in futuro, a proprio esclusivo carico, le misure da adottate, fin dal momento dell’emergenza, per dare assistenza alle popolazioni.
L’Amministrazione regionale farebbe meglio invece a rispettare il proprio ruolo fornendo innanzitutto l’intesa, ai sensi del comma 1.c. dell’articolo 107 del Decreto n.112/98 (Bassanini) sulla bozza di ordinanza già da tempo predisposta dallo Stato e poi, supportando, con adeguati finanziamenti tutte le misure già poste in essere dai Comuni per alleviare i disagi delle popolazioni colpite e dei senzatetto.
Non è possibile invece assistere ad un rimpallo di competenze in cui non solo Stato e Regione non fanno quello che la legge loro impone ma addirittura, "censurano" l’operato dei Sindaci in prima linea imponendogli, con missive intimidatorie di gettare in strada le popolazioni senzatetto già gravemente colpite.
In tale quadro confusionario, il dipartimento regionale della protezione civile anziché inviare missive minacciose ai sindaci farebbe bene ad adempiere al proprio mandato di supporto ai sindaci per l’assistenza alla popolazione.
Mandato che certamente non prevede, come fino ad oggi fatto di preparare incarichi per improbabili esperti del presidente della Regione o perimetrare fantasiosamente ed in maniera incompetente le aree colpite dividendole in zone, verdi, gialle e rosse, dove la gente continua a vivere nel pericolo e nell’incertezza.
Su tale ennesimo comportamento, della protezione civile regionale, sarò promotore di una mozione di censura in Assemblea Regionale nei confronti del Governo.
On. Giovanni Ardizzone