La Cassazione ha annullato la sentenza d’appello con cui l’ex deputato regionale siciliano di Forza Italia Giovanni Mercadante era stato assolto, un anno fa, dall’accusa di associazione mafiosa, dopo una condanna in primo grado a 10 anni e 8 mesi.
L’iter giudiziario del noto radiologo palermitano, esponente della prima ora di Forza Italia in consiglio comunale prima, e poi alla Regione, lo ha visto per oltre quattro anni in custodia cautelare: 12 mesi trascorsi in carcere, 43 ai domiciliari.
La Cassazione ha annullato la sentenza dei giudici d’appello, accogliendo la richiesta dal procuratore generale. Confermate invece le pene per gli altri imputati: il boss Antonino Cinà, 16 anni, accusato di associazione mafiosa ed estorsioni; il padrino Bernardo Provenzano, 6 anni per tentativo di storione; e Paolo Buscemi a 6 mesi, per favoreggiamento.
Su Mercadante, coinvolto nel processo "Gotha" che portò alla sbarra la rete di fiancheggiatori di Bernardo Provenzano, c’è l’ombra del sospetto di essere stato medico di fiducia di Cosa nostra, nonché tra i principali referenti dell’organizzazione mafiosa. Contro di lui, tra l’altro vi furono anche le dichiarazioni dei pentiti Nino Giuffré ad Angelo Siino e Giovanni Brusca.
Dopo la sentenza che lo assolveva dall’accusa di mafia, Mercadante commentò la notizia affermando: "Con una condanna così pesante, sotto il profilo degli anni, ma principalmente sotto il profilo dell’etichettatura ‘416 mafia’, è quanto di più pesante possa esistere per quanto mi riguarda".