E’ una corsa senza fine quella della benzina. Non c’è week end, ormai, che non si apra all’insegna dei rincari e spesso di un nuovo record dei listini. E’ il caso di questo weekend, a esempio, all’insegna di una raffica di rialzi, diffusi praticamente a tutte le compagnie, e di un nuovo massimo, quello della Shell, che con un ritocco all’insu’ di 0,9 centesimi, è arrivata a 1,820 euro al litro. E in alcune aree del Paese le punte massime toccano ormai 1,91 euro. Eni, leader del mercato, questa mattina ha messo a segno il secondo rialzo in due giorni e il settimo nel solo mese di febbraio: +0,5 centesimi al litro sia su benzina che sul gasolio, con la verde a 1,814 euro al litro e il diesel a 1,757 euro al litro. Tra gli aumenti generalizzati, il marchio meno caro e’ Esso, con la benzina a 1,800 euro (nonostante un ritocco di 0,005 euro) e il diesel che resiste sotto 1,75 euro al litro a 1,747. A spingere i prezzi sono le quotazioni internazionali del petrolio e dei prodotti raffinati. Sull’onda delle tensioni con l’Iran, il Brent è volato in questi giorni a 124 dollari e il Wti americano è sui 108 dollari al barile, mentre la benzina, rileva Staffetta Quotidiana, e’ arrivata a 632 euro per mille litri (0,632 euro al litro), mentre nel luglio del 2008, all’alba della crisi dei mutui subprime, ne costava 576 euro, il 10% in meno. I consumatori sono in allarme. ‘L’aumento del prezzo della benzina – affermano Adusbef e Federconsumatori – si è ‘mangiato’ ormai l’equivalente di una spesa alimentare mensile di una famiglia (calcolata in base ai dati Istat). Di aumento in aumento le ricadute, solo in termini diretti, hanno infatti raggiunto rispetto allo scorso anno quota 420 euro per la benzina e 480 euro per il gasolio’. Le associazioni parlano di ‘ricadute insopportabili per le famiglie’ e per questo chiedono ‘tassativamente di realizzare l’accisa mobile (un meccanismo automatico che prevede una diminuzione dell’accisa quando il costo del petrolio aumenta). Strumento essenziale in grado di riequilibrare la tassazione evitando di gravare sempre e solo sulle tasche dei cittadini’. L’unica buona notizia per gli automobilisti arriva dalle previsioni della Figisc, secondo cui, alla luce delle quotazioni del Brent e del Platt’s, almeno nei prossimi tre-quattro giorni i prezzi rimarranno sostanzialmente stabili.