La crisi del debito dell’Europa sul tavolo del G20 finanziario. Ma sull’economia globale pesa un altro rischio: il petrolio. Le quotazioni del greggio sono in aumento sulla scia delle tensioni in Medio oriente e si ripercuotono sui prezzi della benzina, rischiano di rallentare la già fragile ripresa economica. Sul mercato del petrolio c’è tensione’ afferma il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. L’argomento clou sarà comunque la crisi del debito dell’Europa. ‘Sono stati fatti progressi ma resta del lavoro da fare’ ammonisce il segretario al Tesoro americano, Timothy Geithner. L’Europa – aggiunge – ha bisogno di un ‘firewall’, un sistema di difese più forte. E c’è bisogno di un maggiore impegno da parte della politica europea per rendere gli impegni assunti più credibili. L’Europa ha bisogno ‘della madre di tutti i firewall’, evidenzia il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria. Mentre il Giappone intende ascoltare i dettagli degli sforzi europei per poi valutare come può aiutare l’Europa tramite il Fondo Monetario Internazionale (Fmi). Proprio il ruolo dell’istituto di Washington in Europa e un aumento delle sue risorse saranno argomento di discussione, con il G20 spaccato su ulteriori aiuti al Fmi. Gli Stati Uniti, maggiori azionisti del Fondo, sono contrari a un aumento delle risorse quest’anno e ritengono che sia prima dovere dell’Europa agire. A sostenere la posizione americana e’ il Canada. Il presidente messicano, Felipe Calderon, ha avuto – secondo indiscrezioni – un pranzo con Geithner, il direttore generale del Fmi Christine Lagarde, il governatore della Banca del Canada e presidente del Financial Stability Board (Fsb) Mark Carney, e il ministro delle finanze spagnolo, Luis De Guindos. Il Messico e’ favorevole a un aumento delle risorse del Fmi. La presidenza messicana del G20 terra’ oggi anche un incontro bilaterale con George Soros. L’esperienza del Messico nelle crisi degli anni 1990 potrebbe essere – evidenzia il governatore della Banca Centrale messicana, Augustin Carstens – un esempio per l’Europa. I governi con ‘scarsa credibilità dovrebbero – evidenzia Carstens – accettare supporto finanziario esterno, anche se impone condizioni.