"Se si vuole veramente evitare il fallimento della Grecia, occorre dar vita a un progetto sostenibile e solidale, non uccidendo il malato con la cura". Lo scrive Avvenire nel suo editoriale. "Per far questo – spiega l’economista Luigino Bruni sul quotidiano della Cei – occorre che l’Europa sia più presente, e che, soprattutto, inizi a parlare. Quando un Paese vive un momento difficile e grave è necessario che la politica svolga la sua funzione simbolica, sappia parlare alla gente per rende re comprensibili e possibili anche grandi sacrifici". In merito l’articolo ricorda l’esempio dei leader politici del passato, "da Churchill a De Gasperi e a Mandela: statisti che hanno saputo parlare al cuore della loro gente, in gran di momenti di sofferenza individuale e collettiva". Ma oggi, rileva, nessuno "sta parlando ai greci a nome dell’Europa. Non può nè deve parlare la Bce, non ci riesce il debolissimo Parlamento di Straburgo, nè la Commissione di Bruxelles, i cui leader sono totalmente assenti dai dibattiti e dai media in questi me si cruciali, dove invece spopolano i capi dei governi nazionali".
"Cio’ che poi piu’ colpisce quando osserviamo la Grecia – conclude Avvenire – e’ la solitudine di quel popolo: dov’e’ sono gli altri Stati fratelli? Dove sono i concittadini europei?".