"L’economia mondiale soffre. Le aspettative di crescita per quest’anno sono ‘moderate’, i rischi al ribasso continuano ad essere ‘alti’. I Grandi del mondo riuniti a Citta’ del Messico – scrive Repubblica – assicurano ‘massima vigilanza’ sui rincari del prezzo del petrolio, il nuovo ostacolo alla ripresa, frutto delle tensioni geopolitiche nei Paesi produttori. Lanciano un appello all’Europa perche’ risolva presto e bene la crisi del debito. Rinviano il rafforzamento delle barriere anti-contagio: nessun accordo e’ atteso su ulteriori fondi al Fmi, se ne riparlera’ ad aprile. Usa e Gran Bretagna vogliono che prima la Ue aumenti le sue difese e solo dopo sara’ possibile rafforzare quelle del Fmi. Si chiude cosi’ il vertice tra i ministri e i governatori del G20, incentrato in larga parte proprio sui problemi di Eurolandia. La Germania, dopo le resistenze iniziali, sembra ora aprire a un rafforzamento del fondo salva-Stati, il cosiddetto firewall, a marzo. ‘Un mese che ha 31 giorni’, come specifica subito il ministro tedesco, Wolfgang Schaueble, smorzando cosi’ le aspettative di quanti speravano in un accordo a giorni, gia’ al prossimo Consiglio europeo. Gli Usa, con il ministro Tim Geithner, premono su Berlino perche’ non tergiversi ancora, preoccupati che la crisi di Eurolandia finisca per intaccare anche la fragile ripresa in corso negli States. Il tutto, mentre la Bce di Mario Draghi promette una nuova maxi-iniezione di liquidità sui mercati.
Strettamente connessa al firewall europeo c’è la questione dell’aumento delle risorse del Fmi che sarà valutato solo nelle riunioni di aprile del Fondo, dunque dopo l’eventuale mossa della Ue.
Alla fine però, tra i denari Ue e le nuove risorse del Fmi dovrebbero essere disponibili almeno 2 mila miliardi di dollari, una ‘potenza di fuoco’ sufficiente per eventuali aiuti d’emergenza anche a grandi Paesi, come Italia e Spagna. In più, a quel punto, potrebbero partecipare all’operazione pure le nazioni emergenti. Pagheranno però solo in cambio di un maggiore potere all’interno del Fmi, come ribadisce a chiare lettere il ministro brasiliano, Guido Mantega. Il comunicato dei Grandi è stringato. Gli sherpa ci lavorano per due giorni no-stop. Viene diffuso solo a tarda ora, quando in Italia e’ gia’ notte fonda. Segno che su molti punti non e’ stato facile trovare un intesa. Chi ha partecipato alla riunione racconta infatti che, proprio sul doppio problema del rafforzamento del fondo salva-stati Ue e dell’aumento delle risorse del Fmi, si e’ discusso a lungo perfino sugli aggettivi. Usa, Cina, Giappone e Brasile volevano definire la mossa europea come ‘essenziale’, la Ue invece preferiva il termine ‘importante’. Ma talvolta anche la scelta delle parole fa la differenza. In ogni caso, prima o poi la Ue fara’ la sua parte e, subito dopo, tocchera’ al Fmi, raggruppando appunto 2 mila miliardi di dollari. Prima o poi perche’ la Germania, intende mettere mani al portafoglio solo quando sara’ certo che i Paesi deboli di Eurolandia non allentino la presa sul fronte del rigore. Per ora ha manifestato la disponibilita’ a dare il suo contributo al fondo salva Stati in due tranche, anziche’ cinque".