Egregio Direttore,
l’ultima, ennesima, notizia apparsa su tutti i giornali e TV del falso invalido della provincia di Varese che in maniera vergognosa e sfacciata è riuscito a truffare lo Stato, e quindi tutti noi, mi induce a ripetere quanto più volte ho scritto su queste pagine e cioè che questa “brava gente” riesce a delinquere, tante volte impunemente e per lungo tempo, grazie al disinteresse della classe politica ed alla disorganizzazione della Pubblica Amministrazione, oltre per la complicità o l‘ incompetenza, a volte, di alcuni medici. Eppure basterebbe poco, grazie alle moderne risorse tecnologiche che la scienza mette a disposizione, per prevenire certe truffe (falsi invalidi, evasori fiscali, immobili non censiti, doppi, tripli e più incarichi, intestazione di beni a prestanomi nullatenenti, ecc.) e eliminare quelle già in corso. Sarebbe sufficiente mettere a dialogare tra di loro i vari “cervelloni elettronici” in dotazione a tutta la Pubblica Amministrazione. A esempio, se ci fosse stata informatizzazione tra il calcolatore elettronico dell’archivio patenti di guida (presso il Ministero dei Trasporti) e quello delle pensioni (presso l’INPS) la succitata truffa non si sarebbe nemmeno concretizzata e così per tantissimi altri casi. Tra i novecento e più parlamentari è possibile che a nessuno di loro è mai venuto in mente di presentare una proposta di legge o fare qualche interrogazione parlamentare su questo tema? Vi immaginate su quale risorsa finanziaria lo Stato potrebbe contare a fronte di una modesta spesa per collegare i vari elaboratori informatici? Caro Direttore, se ritiene valida questa osservazione faccia in modo, per favore, che la stessa giunga al Ministro della Funzione Pubblica perché provveda al riguardo?
Distinti saluti.
Martino Pirone