La nuova tassa sugli immobili della Chiesa: Perchè l’Imu finirà per penalizzare gli ultimi

Sino a oggi in Italia moltissimi tra gli emarginati, i non abbienti, gli immigrati, cioè tutti coloro che la nostra società “civile e democratica” tende a rifiutare o a non accogliere con facilità perché poveri, ammalati, non sufficientemente autonomi, non integrati, o magari solo perché anziani ed espulsi dal ciclo produttivo, hanno trovato un aiuto e un conforto materiale e spirituale nella cosiddetta “catena della solidarietà”, il cui “anello” più forte è rappresentato in massima parte dalle iniziative condotte dalla Chiesa cattolica. In un futuro molto prossimo, questo sistema ispirato ai principi della solidarietà e sussidiarietà che ha supplito egregiamente alle carenze e alle lacune del nostro sistema assistenzialistico, potrebbe essere costretto a limitare notevolmente la propria opera. Anziché favorire queste importanti attività infatti i recenti provvedimenti del governo nel Decreto Legge "Liberalizzazioni", sono andati nella direzione esattamente opposta. L’estensione dell’imposta Imu agli immobili appartenenti alla Chiesa, eccettuati quelli adibiti al culto e quelli nei quali l’attività svolta non abbia fini di lucro, toglierebbe secondo stime autorevoli tra i 600 e i 1000 milioni di Euro alla Carità. Chi oserebbe dire infatti che i proventi di un immobile affittato dalla Chiesa non vengono poi stornati ai bisognosi. Ora invece le tasse pagate andranno a finire nel "pozzo di San Patrizio" dello Stato. E meno male che il Governo in extremis su sollecitazione dei cattolici impegnati in politica, ha esentato le scuole paritarie no-profit gestite dalla Chiesa al pagamento del tributo. Ma non basta! Ancora una volta emerge la pretesa di questa "Europa dell’Euro" e non dei popoli di voler per forza omologare il welfare statale nordeuropeo con quello italiano; ancora una volta non si vuole capire che in Italia si sperperano denari infiniti con l’assistenzialismo del settore pubblico; si continua a non comprendere che se non ci fosse il "terzo settore" molte persone andrebbero in malora. La domanda che si devono porre tutti adesso è: i 600/1000 milioni di Euro che saranno sottratti alla Chiesa e di riflesso alla Carità saranno mai sostituiti in termini di servizi agli ultimi, da parte della disastrosa e dispendiosa macchina dello Stato? Osservo, ma non capisco, che molti sono ideologicamente ostili alla Chiesa e ciò ci può stare, ma si può essere anche così autolesionisti da non capire che ora i problemi sociali sono destinati ad aumentare e che tali problemi ricadranno anche su chi queste cose non le immagina nemmeno. Mesi fa, in un gradevole viaggio mi ritrovai a dialogare con un ottimo dirigente della CGIL che strabuzzò gli occhi quando seppe quello che fa il Banco Alimentare a favore dei poveri. Non la conosceva nemmeno questa meritoria Associazione che ogni mese fornisce derrate alimentari a favore dei soggetti a reddito zero. Il ritrovato dialogo fra le parti e l’apertura del Governo sulle scuole paritarie impone però un certo ottimismo e fa pensare che la questione opportunamente chiarita in Patria possa essere poi spiegata in Europa. Solo un Paese finalmente coeso, potrebbe trovare nuove e migliori soluzioni nell’interesse della nostra gente.

Alessandro Pagano