Si stimano in 48 milioni le donne che ogni anno partoriscono senza alcuna assistenza professionale e magari senza aver ricevuto alcun controllo durante il puerperio. Due milioni di esse mettono al mondo il proprio bambino completamente da sole, sia per l’assenza o la non accessibilità delle strutture sanitarie, sia per il divieto – dettato da ragioni culturali e religiose – di chiedere aiuto a persone esterne o di uscire di casa per andare in strutture sanitarie. Le percentuali più alte di parti ‘solitari’ si registrano in Nigeria, dove 1 donna su 5 partorisce da sola. Ogni anno 358 mila donne muoiono per la gravidanza o il parto e circa 800mila vedono morire il proprio filgio alla nascita E’ la denuncia di Save the Children, in occasione della festa della donna.
‘Essere donna in molte parti del mondo significa oggi anche tutto ciò, vedere a rischio o addirittura drammaticamente negato il diritto alla salute e alla vita per se stessa e il proprio bambino’, commenta Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia. Ma il terribile conteggio non si esaurisce con i numeri appena dati. Perchè se i neonati riescono a sopravvivere ai primi mesi di vita, i piu’ pericolosi, possono essere poi malattie banali e curabili come una diarrea o una polmonite a uccidere prima che arrivi il quinto compleanno: sono in totale 7.6 milioni ogni anno le morti infantili, cioe’ che avvengono entro i primi cinque anni di vita.
Morti assurde ed evitabili: Save the Children ha calcolato per esempio che se tutti i parti avvenissero in presenza di ostetriche o di personale sanitario con competenze analoghe, ogni anno si potrebbe salvare la vita di 1.3 milioni di neonati e di decine di migliaia di donne: in generale si stima che attualmente manchino all’appello 3 milioni 500.000 operatori sanitari, incluse 350 mila ostetriche.