Il cardinale Angelo Bagnasco ha denunciato "la tendenza oggi diffusa al disinteresse per la politica, sentita da molti come una sovrastruttura lontana e non rappresentativa", nel corso di una ‘lectio’ ad un gruppo di parlamentari di tutti gli schieramenti alla Pontificia università della santa croce. Bagnasco ha detto che la politica è invece "insostituibile" ed ha però sottolineato che "una verità che supera l’uomo favorisce l’ancoramento alla realtà e smorza la dilagante disaffezione per la vita pubblica e la chiusura nel privato".
Un "forte limite all’azione politica dello Stato" si trova, secondo Bagnasco, anche "nella predominanza dell’economico sul politico, tanto che questo si trova spesso a dover tacere davanti allo strapotere del capitalismo finanziario, che arriva a determinare prepotentemente le scelte sia economiche che politiche". Nel suo intervento, pronunciato nel giorno in cui è stato confermato dal Papa alla guida della Cei, Bagnasco ha toccato diversi temi ‘politici’ della dottrina cattolica come la tutela della vita ("un malato grave continuativo chiama in causa non solo la famiglia, ma anche l’intera società"), la politica di accoglienza nei confronti degli immigrati ("sarebbe ipocrita un atteggiamento basato semplicemente sulla strategia del respingimento e non su un fattivo impegno per lo sviluppo dei Paesi di provenienza") e il principio della sussidiarietà, che, per Bagnasco, "va applicato anzitutto ai giovani, sui quali è necessario investire perché rappresentano la risorsa più importante di una società" e in particolare il mondo del lavoro "dovrà valorizzare il loro apporto per non condannarsi all’impoverimento umano nonché a quello economico".